A fine agosto in Yemen, i casi sospetti di colera hanno superato i 2 milioni e 36 mila casi in meno di tre anni, in media quasi 80 ogni ora, con 18 milioni di persone esposte al rischio di contagio e 1 caso su 4 che dall’inizio dell’anno ha riguardato bambini sotto i 5 anni.
All’origine dell’epidemia ci sono 4 anni e mezzo di uno dei conflitti più atroci della storia recente e la mancanza di accesso all’acqua pulita. Un’emergenza che, dopo aver colpito 22 su 23 governatorati nel Paese (con quasi 1 milione di contagi da inizio 2018 allo scorso settembre), si è fatta ancora più aspra negli ultimi mesi in alcune delle zone colpite dalla guerra, come il porto di Hodeida, dove i contagi sono aumentati del 60% rispetto ai mesi precedenti.
Nel paese non cessano i bombardamenti dal cielo e gli scontri via terra, esplosi nel corso dell’estate anche nel sud del Paese, causando tra giugno e agosto il 54% di vittime civili (morti e feriti) con il 79% di abitazioni civili colpite.
Solo dall’inizio dell’anno il bilancio è di oltre 700 civili uccisi e 1.600 feriti, che vanno ad aggiungersi alle oltre 17 mila registrate ufficialmente tra il 2015 e il 2018. Anche se alcune autorevoli stime parlano di decine di migliaia di vittime civili dall’inizio della crisi.
Nel frattempo il conflitto resta aperto anche nella zona del porto di Hodeida, il principale del Paese, e ciò continua a rendere difficilissimo il flusso di aiuti. Da qui transitano il 70% del cibo, delle medicine e dei beni essenziali per la sopravvivenza del popolo yemenita.
Numeri impietosi raccontano uno Yemen dunque allo stremo: 14 milioni di persone sono sull’orlo della carestia; 2 milioni di bambini e 1,4 milioni di donne in gravidanza soffrono di malnutrizione acuta; 24,1 milioni di persone su 30,5 dipendono dagli aiuti umanitari; i prezzi dei beni alimentari sono saliti in media del 47%.
Per dare voce alla popolazione yemenita, per chiedere immediati aiuti, Oxfam lancia oggi la campagna #SOS YEMEN insieme a una petizione a cui tutti possono aderire per chiedere al Governo italiano e alla comunità internazionale il cambio di rotta che serve per salvare il paese prima che sia troppo tardi. Per saperne di più CLICCA QUI