Un muro può separare le persone, un murale le unisce. A Cascais, questo progetto d’incontro e di abbraccio sociale ha le forme di un’originale opera di street art lunga tre chilometri che per essere completata ha atteso la pennellata del Papa, giunto in visita questa mattina alle Scholas Occurrentes, iniziativa educativa che l’allora cardinale arcivescovo Jorge Mario Bergoglio avviò all’inizio di questo secolo a Buenos Aires. Il murale “Vita tra i mondi” ha coinvolto in un’opera comune anziani, ragazzi, ricchi, poveri (tra cui senza dimora e detenuti), adulti e bambini di diverse religioni ma anche non credenti. Più di 2000 “pittori” protagonisti, distribuiti in gruppi di 5-10 persone, che hanno creato collettivamente 300 murales poi riuniti in un’unica opera d’arte. La regia è stata comunque dei giovani che per due settimane si sono raccolti insieme e hanno condiviso, come in ognuna delle esperienze del progetto Scholas, arte, gioco e pensiero.
Papa Francesco con il pennello in mano completa il murale "Vita tra i mondi" - ANSA
Il Papa, durante la visita, ha parlato a braccio, dialogando con i ragazzi presenti, scherzando anche sull'opera pittorica. "E' come una Cappella Sistina dipinta da voi". Rispondendo poi alle domande dei giovani, ha parlato di crisi e di caos. "Una vita senza crisi è come l'acqua distillata, non serve a niente", ha detto il Pontefice sottolineando che le crisi occorre "assumerle e risolverle" ma non crearle. "Non crearsi le crisi" perché "non è bello, è come girare, girare, girare. Occorre invece camminare e raramente stare da soli. Questo è importante: affrontare insieme le crisi".
Dopo l'ultima pennellata al murale, Francesco ha donato un quadro del Buon Samaritano invitando alla "vicinanza umana", "a essere tutti buon samaritani" perché "bisogna sporcarsi le mani per non sporcarci il cuore".