mercoledì 20 aprile 2022
Un osso duro da mordere che gli stessi russi avevano creato nel 1930, e poi migliorato fino a farlo diventare un’eccellenza produttiva. Le immagini in rete dell'agenzia Unian
Azovstal, la più grande acciaieria d'Europa diventata nucleo della resistenza

Azovstal Iron & Steel Works, 87500, Ukraine, Mariupol, Leporskogo str., 1, telephone +38 (0629) 52–70–00. Il sito internet della più grande acciaieria dell’Ucraina, e non solo, è ancora on line e dice tutto di uno degli impianti più significativi per l’economia di un paese piegato da una guerra senza quartiere che va avanti da oltre 50 giorni. Oggi, quella fabbrica è il nucleo di una resistenza orgogliosa, fatta da militari e civili che da lì non se ne vogliono andare. Ed è sotto le bombe dei russi. Ma è anche un osso duro da mordere che gli stessi russi avevano creato nel 1930, e poi migliorato fino a farlo diventare un’eccellenza produttiva e un sito pensato e costruito per resistere ad attacchi nucleari.

Da sempre una della più grandi acciaierie d'Europa, capace di sfornare quasi 4 milioni di tonnellate l'anno di semilavorati destinati ai principali mercati europei e mondiali, l’ Azovstal Iron & Steel Works è diventata non solo un simbolo ma anche un enorme fortino. La fabbrica, con un'area di oltre 11mila metri quadrati, tra altoforni, fornaci, stabilimenti, capannoni, edifici, è un luogo ideale per la guerriglia tra un dedalo di sotterranei, tunnel, cunicoli e una fitta rete di binari. Lì, il battaglione Azov resiste tra alti e bassi, tra notizie vere e false.

E cosa sia oggi tutta l’area, lo si può capire da uno dei video postati in rete e in particolare sul canale Telegram dell’agenzia Unian. Le immagini riportano una distesa grigia di capannoni e ciminiere, di strade e binari; da più punti di questa landa di cemento e ferro si alzano fumi di incendi e di esplosioni.

Il sito della grande fabbrica non riporta nulla di tutto questo: le attività sono state sospese il 24 febbraio scorso, l’ultimo documento ufficiale, il rapporto agli azionisti, e del 28 gennaio 2022.

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