È contaminata: può contenere batteri, parassiti e virus. È l’acqua che mai nessuno si azzarderebbe neanche a sorseggiare. Eppure, nell’Africa Subsahariana 319 milioni di persone, ogni giorno, non hanno alternativa. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specializzata nella lotta contro le cause e gli effetti della fame e della malnutrizione infantile, riaccende i riflettori sulla carenza di acqua potabile. E lo fa introducendo un marchio fittizio, “Water of Africa”, protagonista della campagna promossa dall’organizzazione e patrocinata da Regione Lombardia, per sensibilizzare sull'importanza di questa risorsa vitale.
"Water of Africa" è giallo paglierino, talvolta marrone o rossastro. L'etichetta della bottiglia annuncia quanto di più dannoso viene immesso nell’organismo con il suo consumo. Nei giorni scorsi, è stata provocatoriamente messa in vendita in store e supermercati. Ed è stato predisposto un distributore gratuito. Così gli ignari clienti si sono ritrovati davanti “l’acqua che mai avrebbero bevuto”. Ovviamente nessuno è stato messo in pericolo e il progetto si è svolto nel rispetto delle norme e dell'ambiente, in quanto sono state prese bottiglie già usate, poi reimmesse nel riciclo.
L’iniziativa è stata promossa per lanciare l'allarme sull'accesso all'acqua potabile, negato a centinaia di milioni di persone nel mondo. Le famiglie, nell’area subsahariana, si dissetano spesso da fonti d’acqua non trattata, finendo per mettere a dura prova, con frequenti diarrea e infezioni intestinali, organismi già indeboliti dalla malnutrizione.
Decine di migliaia di persone muoiono ogni anno a causa di malattie legate all'acqua o altri problemi igienico-sanitari e di questi, fino al 90% sono bambini di età inferiore ai cinque anni. Circa 180.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno - circa 500 al giorno – nell’Africa subsahariana a causa di malattie diarroiche legate a inadeguatezze idriche e igieniche.