venerdì 2 novembre 2018
La fotografia sulla prima pagina del New York Times per raccontare il dramma nascosto di un conflitto che viene ignorato. L'immagine «riassume come fame e malnutrizione siano diventate una tragedia»
Una bimba ricoverata in un centro nutrizionale di Sanaa: nello Yemen in guerra, fame e colera stanno decimando soprattutto i più fragili (Ansa)

Una bimba ricoverata in un centro nutrizionale di Sanaa: nello Yemen in guerra, fame e colera stanno decimando soprattutto i più fragili (Ansa)

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È morta di fame in un campo profughi ieri Amal Hussain, la bambina yemenita di sette anni denutrita, la cui fotografia pubblicata sul New York Times, in un reportage intitolato "La Tragedia della guerra saudita", è diventata il simbolo della guerra di cui nessuno parla in Occidente e della crisi umanitaria in cui è precipitato il Paese dove anche il colera sta mitendo decine di vittime la settimana.
La notizia della morte è stata data al New York Times dalla famiglia. "Il mio cuore è spezzato. Amal sorrideva sempre. Ora ho paura per i miei altri figli", ha testimoniato ieri Mariam Ali, la mamma.
A scattare la foto era stato il premieo Pulitzer Tyler Hicks
che nei giorni scorsi aveva spiegato come fosse stato "difficile" ma anche "importante" fotografare Amal. La sua immagine "riassume davvero come fame e malnutrizione siano diventate una tragedia nello Yemen", aveva detto.

Il quotidiano americano aveva denunciato che le immagini pubblicate avrebbero potuto "essere inquietanti come nulla abbiamo pubblicato prima. Ma c'è una ragione per cui abbiamo deciso di farlo. Abbiamo pensato che avremmo fatto un torto alle vittime di queste guerra se avessimo pubblicato immagini sterilizzate che non riflettono pienamente la loro sofferenza".

In queste ore la diplomazia internazionale, guidata da Stati Uniti e Francia che stanno facemndo pressioni sul governo dell'Arabia Saudita perché interrompa i combattimenti con i ribelli Houthi che controllano una parte rilevante del territorio e la capitale Sanaa, appoggiati dall'Iran, sta lavorando intensamente. E si sta facendo largo l'ipotesi di colloqui di pace, già miseramente naufragati un mese fa a Ginevra ancor prima del loro inizio.

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