Agenti della polizia messicana bloccano sul Rio Bravo i migranti provenienti dal Guatemala (Ansa)
"La dignità dei migranti, persone e figli di Dio, è stata svenduta per un piatto di lenticchie”. In un messaggio dedicato a chi lascia la propria terra “nella ricerca dell'opportunità di una vita migliore" i vescovi messicani criticano duramente il governo del loro paese, guidato da Lopez Obrador, perché privo di una politica migratoria e sottomesso ai criteri e alle imposizioni del governo nordamericano.
Il documento si intitola “La dignità dei migranti” ed è stato firmato dal responsabile della mobilità umana, mons. José Guadalupe Torres Campos, vescovo di Ciudad Juarez, e dal segretario generale, mons. Alfonso Miranda Guardiola, vescovo ausiliare di Monterrey.
I vescovi messicani ricordano il monito del Papa all'accoglienza e scrivono che: "I muri non si costruiscono solo con pietre e mattoni, ma anche attraverso comportamenti negativi, come lo spiegamento di migliaia di agenti della Guardia nazionale alle frontiere”. Dure parole per la decisione del governo messicano di erigere una barriera al confine.
“Un muro non affronta la radice e le vere cause del fenomeno migratorio”, scrivono ancora i vescovi, “La lotta contro la povertà e la diseguaglianza, in Messico e in America Centrale, sembra essere sostituita dalla paura dell'altro, che è nostro fratello".