Paul Manafort, ex capo della campagna elettorale di Trump (Ansa)
L'ex numero uno della campagna elettorale di Donald Trump, Paul Manafort, ha segretamente pagato un gruppo di ex politici europei per un totale di oltre due milioni di euro per fare lobby a favore dell'ex presidente ucraino Viktor Yanukovych, appoggiato dalla Russia. Lo riferisce un nuovo capo di accusa presentato dal consigliere speciale per il Russiagate Robert Mueller alla corte federale di Washington.
Secondo Mueller, Manafort ha pagato il cosiddetto Hapsburg Group per «assumere posizioni a favore dell'Ucraina» dal 2012 al 2013. Il gruppo era guidato da «un ex cancelliere europeo» di cui non è stato fatto il nome che insieme agli altri componenti ha fatto lobby sui parlamentari americani e su responsabili della Casa Bianca. Doveva sembrare che «dessero i loro pareri indipendenti sulle azioni del governo dell'Ucraina, mentre invece facevano opera di lobbismo per l'Ucraina», secondo le accuse.
Manafort è accusato anche di riciclaggio di denaro, frode fiscale e bancaria nell'ambito del lavoro svolto per Yanukovych dal 2006 al 2014. L'Hapsburg Group doveva «agire informalmente e senza alcuna relazione evidente» con il governo ucraino, scriveva in un memorandum lo stesso Manafort nel giugno 2012.
Rick Gates, ex numero due della campagna di Trump, ha dichiarato di essersi macchiato del reato di cospirazione e di aver mentito all'Fbi che indaga sulle interferenze russe sulle presidenzialiUsa del 2016. Probabilmente sta collaborando con il procuratore Mueller nella speranza di evitare il peggio. Sono ben 32 infatti i capi di accusa che pendono sulla sua testa, tra cui anche quelli di frode fiscale e di riciclaggio.