Ultime battute nelle
primarie statunitensi in vista della corsa per la
Casa Bianca dell'
8 novembre. Mentre appare sempre più concreta una sfida finale tra
Clinton e
Trump, il senatore democratico
Bernie Sanders miete un'altra vittoria che rischia di indebolire la candidatura dell'ex segretario di Stato.
SANDERS TRIONFA IN OREGON. Il migliore alleato di
Bernie Sanders si rivela la costa occidentale: nel voto di ieri in
Oregon il senatore del Vermont ha conquistato la maggior parte dei 61 delegati. Nella stessa giornata
Hillary Clinton ha vinto in
Kentucky, ma con un margine molto stretto: poco più di un migliaio di voti.
Resta comunque irrealistica la possibilità di una rimonta di Sanders: con il suo bottino di 1.528
delegati, vede troppo lontano il traguardo dei 2.384 necessari per la nomination nella
convention di fine luglio a
Filadelfia. A Clinton ne mancano appena 92. Ora l'appuntamento più importante è quello del
7 giugno in
California, lo stato più popoloso dove sono in palio 475 delegati.
TRUMP PRENDE TUTTO. Sul versante
repubblicano non ci sono sorprese.
Donald Trump, l'unico candidato rimasto in corsa in queste primarie, ha conquistato tutti i delegati in palio in
Oregon.
Gliene mancano a questo punto 76 per ottenere la maggioranza alla convention del partito.
POLITICA ESTERA, SCONTRO TRUMP-CLINTON. Sulla politica estera c'è stato un duro un botta e risposta tra Trump e Clinton. Il magnate newyorkese ha sostenuto che, se dovesse diventare presidente, sarebbe disposto a incontrare il discusso leader
nordcoreano Kim Jong Un, per il quale gli Usa sono il nemico numero uno. Pronta la reazione di Clinton, la quale ha avuto facile gioco nel far notare "la bizzarra fascinazione per gli uomini forti stranieri" da parte di Trump. E ha concluso che la politica estera di Trump "non ha
senso".
Il candidato repubblicano nelle scorse settimane aveva sostenenuto che gli alleati americani
Giappone e
Corea del Sud dovrebbero aumentare il loro contributo alla sicurezza, eventualmente dotandosi dell'arma nucleare.
DOMANDE E RISPOSTE
Quando si terranno le elezioni presidenziali in Usa?Martedì 8 novembre sarà l'Election Day per eleggere il 45° presidente della storia degli Stati Uniti.
Quando finiranno le primarie?Di fatto il 7 giugno. I democratici saranno chiamati al voto anche il 14 giugno nel solo District of Columbia.
Mancano ancora Stati importanti al voto?Solo la California, che voterà il 7 giugno. In quella data si andrà alle urne anche in Montana, New Jersey, New Mexico, North Dakota e South Dakota. I delegati in palio saranno 649, di cui 475 in California, per i Democratici e 303 per i Repubblicani.
È possibile che le primarie si decidano nell'ultimo appuntamento?Non è mai successo, ed è ormai escluso che accada quest'anno. I delegati assegnati a giugno sono una sorta di premio di maggioranza che consolida le posizioni dei due frontrunner (i candidati in testa) in vista delle rispettive convention.
È possibile che non sia Clinton la candidata democratica alla Casa Bianca?No, di fatto. Anche se Sanders dovesse risultare a sorpresa l'asso pigliatutto nei prossimi appuntamenti elettorali, Hillary avrebbe sufficienti voti per ottenere la nomination, considerando anche quelli dei superdelegati (che però non si contano fino alla Convention). Comunque la distanza tra i due è abissale: a Clinton mancano 92 delegati per avere la maggioranza, a Sanders 856.
È possibile che non sia Trump il candidato repubblicano alla Casa Bianca?No, di fatto. È l'unico rimasto in corsa, dopo il ritiro di Cruz, Rubio e Kasich, e gli mancano appena 76 delegati per aggiudicarsi la maggioranza. Appare sempre più improbabile un boicottaggio interno da parte dell'establishment repubblicano alla convention del partito.
Quanti delegati restano ancora da assegnare?Nelle primarie dei Democratici restano da assegnare 945 delegati. La maggioranza è fissata a 2.383. Hillary Clinton ne ha ottenuti 2.291: gliene mancano dunque 92. Bernie Sanders ne ha ottenuti 1.528: gliene mancano 856.Nelle primarie dei Repubblicani restano da assegnare 402 delegati. La maggioranza è fissata a 1.237. Donald Trump ne ha ottenuti 1.161: gliene mancano 76. È l'unico candidato rimasto in corsa.