Il giornalista dell’agenzia di stampa France-Presse, Arman Soldin, ucciso in Ucraina - France-Presse
È morto vicino a Bakhmut per raccontare in prima linea la guerra in Ucraina. Il giornalista dell’agenzia di stampa France-Presse, Arman Soldin, è stato ucciso nel pomeriggio di oggi 9 maggio a Chasiv Yar, villaggio fra Bakhmut e Konstantinovka, da giorni bersaglio delle forze russe. La località è nei pressi del fronte nella regione di Donetsk nell’est del Paese. La notizia è stata resa nota dall’agenzia francese. Coordinatore video, è rimasto vittima di un attacco missilistico Grad lanciato dalle truppe di Mosca. Aveva 32 anni ed era con quattro colleghi che sono tutti illesi. Erano al seguito dei soldati ucraini quando si sono trovati in mezzo alla pioggia di fuoco. Soldin era nato a Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina, e lavorava anche per la tv francese Canal Plus.
Nessuno sa di preciso quanti giornalisti siano stati uccisi dall’inizio dell’aggressione russa dell’Ucraina, un anno fa. L’ultimo operatore dell’informazione che prima di Soldin ha perso la vita nel conflitto è l’ucraino Bogdan Bitik, ucciso a fine aprile mentre si trovava a Kherson insieme all’invito di Repubblica Corrado Zunino. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi da Reporter sans Frontières, sarebbero 8 i cronisti che nel 2022 sono morti per seguire la guerra in Ucraina.
Invece la polizia di Kiev ha riferito che, dall’inizio dell’invasione russa del suo territorio, ci sono stati 29 giornalisti morti, 17 feriti e 12 che sono stati ritrovati nel territorio controllato dalla Russia ai quali era stata negata la libertà di movimento. «Alcuni giornalisti sono in carcere. Tutti questi eventi sono oggetto di indagine», ha detto la polizia, aggiungendo che attualmente sta indagando su dieci casi, tra cui uno che riguarda la privazione della libertà di un giornalista ucraino, Oleg Baturin, scomparso nella regione di Kherson mentre copriva la guerra per il quotidiano Novy Den. Stando alle forze dell’ordine, «è stato rilasciato e sta testimoniando in un processo che vede imputate le autorità di occupazione a Kherson».