lunedì 19 aprile 2021
L'Ue, con l'Alto commissario Borrell avverte: è il più ampio dispiegamento di truppe di sempre, «situazine inaccettabile». Ieri al Regina Coeli la preghiera del Papa: servono gesti di riconcilia
Un militare dell'esercito ucraino nei pressi del fronte di Donetsk

Un militare dell'esercito ucraino nei pressi del fronte di Donetsk - Reuters

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"La situazione alla frontiera ucraina è molto preoccupante. La Russia sta continuando a trasferirvi qualsiasi tipo di materiale militare, compresi gli ospedali da campo, e vi ha concentrato oltre 150mila truppe, il più alto dispiegamento dell'esercito russo alle frontiere ucraine di sempre". A lanciare l'allarme sul "rischio di un'ulteriore escalation" è l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell. "Chiediamo" a Mosca "di cessare" i trasferimenti di militari e "allentare le tensioni" mentre "esprimiamo il nostro più forte sostegno" a Kiev, conclude il responsabile della politica estera europea.

Domenica, subito dopo la recita del Regina Coeli era stato papa Francesco ad esprimere la sua "preoccupazione" per la situazione in Ucraina dove "negli ultimi mesi si sono moltiplicate le violazioni del cessate il fuoco". Papa Bergoglio ha detto di osservare "con inquietudine l'incremento delle attività militari", auspicando che si promuovano "gesti capaci di promuovere la fiducia reciproca" e si favorisca "la riconciliazione e la pace" con particolare riguardo alla "grave situazione umanitaria in cui versa quella popolazione".

Una indiretta risposta all'appello di papa Francesco è giunta domenica sera dal presidente francese Emmanuel Macron che in una intervista alla Cbs ha definito "inaccettabile" la situazione al confine russo-ucraino. Il dialogo con la Russia è essenziale, ma con Mosca devono essere fissate delle "chiare linee rosse" con il rischio di sanzioni, rispetto alla questione dell'Ucraina. "Non accetteremo mai nuove operazioni militari sul suolo ucraino", ha aggiunto il presidente francese. Confidando in un "processo politico" per risolvere la crisi, il leader dell'Eliseo ha osservato che le sanzioni e le altre prese di posizioni della Nato non hanno fermato l'aggressione russa: questo "non è il fallimento della democrazia ma un fallimento della nostra credibilità collettiva nel confronto con la Russia".

Intanto unità navali della Flotta del Mar Nero russa hanno iniziato esercitazioni militari che prevedono l'attacco contro "obiettivi nemici fittizi" e il successivo sbarco delle forze speciali sulla costa della regione.Lo rende noto l'agenzia di stampa Tass. I marines della Flotta dislocati in Crimea e nella regione di Krasnodar hanno imbarcato armi e altro personale militare sulle navi d'assalto anfibio, Tsezar Kunikov, Azov e Saratov. La prossima fase delle esercitazioni prevede che i gruppi di combattimento aprano il fuoco contro obiettivi nemici "fittizi" sulla costa e a seguire effettueranno uno sbarco sulle coste di un poligono della Flotta del Mar Nero. Nei giorni scorsi la Gran Bretagna ha annunciato che nel mese di maggio invierà due navi da guerra nel Mar Nero a sostegno dell'Ucraina. Lo hanno riferito fonti ella Marina britannica citate dal "Sunday Times". Secondo la testata inglese, un cacciatorpediniere con missili antiaerei e una fregata antisommergibile partiranno dalle basi britanniche nel Mediterraneo per
dirigersi verso il Bosforo. I caccia F-35 e gli elicotteri antisommergibile Merlin a bordo della portaerei Queen Elizabeth
saranno pronti a sostenere le due imbarcazioni, riferiscono sempre le fonti della Marina britannica.

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