A Kherson si fa la fila per ricaricare cellulari e computer in alcuni siti predisposti dall'esercito ucraino. Le linee elettriche sono state in gran parte distrutten - Collaboratori
La liberazione nei territori che per otto mesi sono stati sotto il controllo di Mosca vuol dire anche libertà di tornare a comunicare. Ma a Kherson la distruzione che Mosca si è lasciata alle spalle non facilità alcun ritorno alla normalità. Dalle linee elettriche annientante ai sistemi di riscaldamento che non si accendono.
Una delle prime operazioni di ripristino che le autorità militari hanno compiuto ha riguardato proprio l’apertura di alcuni centri dove a turno si possono ricaricare telefoni e computer in modo da tornare a connettersi con il resto del mondo. Decine di persone attendono pazientemente che la carica si completi per lasciare ordinatamente posto ad altri.
Il groviglio di cavi e la quantità di prese messe a disposizione è la riproduzione fedele di un conflitto nel quale la modernità delle comunicazioni e l’arcaicità della guerra sono in contrasto fin dal primo colpo sparato il 24 febbraio. E c’è chi, per poter tornare a comunicare, ha rischiato la vita per raggiungere sotto i colpi di artiglieria i punti di ritrovo. Almeno una dozzina di colpi sono stati sentiti dai testimoni in centro città. Già ieri una persona era stata uccisa ed altre gravemente ferite mentre si recavano a ritirare gli aiuti umanitari. Anche oggi almeno un morto e numerosi feriti. Tutti civili.