Donald Trump a un comizio elettorale a Great Falls in Montana (Ansa)
Quasi la metà degli americani pensa che il proprio presidente sia razzista. Tra questi si inserisce l'11% dei repubblicani. Lo rivela un nuovo sondaggio realizzato da Quinnipiac University. Ancora peggio, lo studio sottolinea come il 22% dei conservatori e il 55% degli intervistati in generale sia convinto che la dialettica di Donald Trump abbia incoraggiato molti americani a esprimere pubblicamente quelli che fino a poco tempo fa erano pensieri razzisti accuratamente tenuti in silenzio.
Collegato a questo, per quanto riguarda il tema dell'immigrazione, se il 50% pensa che il principale motivo che spinge il presidente ad attuare politiche severe sia "un sincero interesse del controllo delle frontiere", il 44% degli intervistati invece sostiene che dietro le sue decisioni ci sia appunto un "credo razzista".
Il sondaggio di Quinnipiac ha analizzato il pensiero degli americani in merito a argomenti controversi, come la crisi dei migranti al confine, la credibilità di Trump, piuttosto che l'importanza di un atteggiamento "civile" nei discorsi politici. Sul tema di maggiore attualità, cioè sulla separazione dei bambini dagli adulti entrati illegalmente negli Stati Uniti, il 60% degli intervistati, e tra questi il 21% dei repubblicani e il 95% dei democratici, ha sostenuto che si tratti di "una violazione dei diritti umani". Alla domanda su come si sentissero a leggere le notizie riguardo ai bambini migranti, la maggior parte ha risposto: "tristi", "in modo terribile", "con il cuore spezzato".