Il presidente Usa Donald Trump (Ansa)
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato su Twitter di non avere le registrazioni delle conversazioni con l'ex direttore del Fbi, James Comey, da lui licenziato a maggio. In giornata, Bloomberg aveva già anticipato la notizia, citando una fonte. "Con tutte le recenti notizie su sorveglianza elettronica, intercettazioni e fughe di notizie illegali, non ho idea se ci siano nastri o registrazioni delle mie conversazioni con James Comey, ma non ho fatto, e non ho, tali registrazioni", ha scritto Trump.
Le affermazioni di Trump porrebbero fine a settimane di speculazione sull'esistenza o meno di questi file audio. Ad accreditare la prima ipotesi era stato lo stesso presidente americano, che alcuni giorni dopo il siluramento di Comey – che indagava sullo scandalo Russiagate - in una serie di tweet lasciò intendere che i loro incontri erano stati registrati. Le commissione intelligence della Camera aveva dato alla Casa Bianca tempo fino al 23 giugno per consegnare gli eventuali file audio.
La riforma sanitaria
I senatori repubblicani hanno presentato il loro atteso progetto di legge per la riforma della sanità, che mantiene fondamentalmente l'impianto di quello approvato alla Camera, cancellando gran parte dell'Obamacare: tagli drastici al Medicaid (il programma per le persone con redditi bassi o disabili), cancellazione delle tasse sui redditi più alti e sulle società del settore sanitario per finanziare l'espansione della copertura medica, abolizione dell'obbligo di avere una assicurazione medica e delle relative sanzioni.
Gli Stati potranno scegliere se mantenere o meno molti dei benefici richiesti dall'Obamacare, come la maternità, i servizi di emergenza e il trattamento delle malattie mentali. Previsti crediti fiscali per aiutare i più bisognosi a fronteggiare il progressivo aumento dei costi delle assicurazioni sanitarie. Nel complesso, la versione del Senato appare molto simile a quella della Camera, che avrebbe dovuto cambiare da cima a fondo. La proposta di legge approderà in Aula probabilmente la prossima settimana.
Il muro "solare"
L'hanno già definita una geniale sfacciataggine: pannelli solari sul muro al confine tra Stati Uniti e Messico. L'idea, trapelata già un paio di settimane fa sui media statunitensi, è stata confermata ieri dal presidente americano Donald Trump, durante un comizio in Iowa. "Stiamo pensando a qualcosa di unico, un'idea di cui nessuno ha mai sentito parlare. Sul confine meridionale del paese, tanto sole, tanto caldo, stiamo prendendo in considerazione la costruzione del muro come un muro solare", ha detto Trump - l’uomo che porterà l’America fuori dall’accordo sul clima di Parigi - ai suoi sostenitori riuniti a Cedar Rapids, aggiungendo che l"energia creata potrà finanziarne l'edificazione. E in questo modo il Messico dovrà pagare meno soldi.
Durante la sua campagna elettorale Trump si è impegnato a costruire un muro lungo il confine messicano per impedire l'immigrazione illegale. E ha insistito sul fatto che il costo dell'edificazione sarebbe stato a carico del Messico, ma il presidente Enrique Pena Nieto ha sempre negato questa eventualità. Ora però con l'idea dei pannelli solari, il muro a questo punto potrebbe autofinanziarsi: "Pensateci: più alto è, più ha valore", ha spiegato Trump. "Una bella immaginazione, vero? È una mia idea".
A oggi più di 200 aziende hanno mandato i loro progetti in risposta al bando lanciato dal Dipartimento di sicurezza nazionale statunitense. Tra questi c'è quello della Gleason Partners LLC di Las Vegas, che ha proposto di coprire alcune sezioni del muro con pannelli solari, che genererebbero elettricità per l'illuminazione del muro e delle stazioni della polizia di frontiera.