I militari sudanesi e i leader delle proteste hanno firmato un accordo per i prossimi tre anni di transizione nel Paese, alla presenza di mediatori dell'Unione Africana e dell'Etiopia. Dopo un'intensa maratona notturna di colloqui per definire i dettagli, le due parti hanno firmato una "dichiarazione politica" per la transizione ai civili del potere preso dai militari dopo la fine del regime trentennale di Omar el-Bashir. Mohamed Hamdan Dagalo, vice responsabile della giunta militare, ha definito l'intesa "un momento storico" per il Sudan.
Il mediatore dell'Unione africana, Mohamed Hassan Ould Labat , ha riferito ai giornalisti riuniti all'hotel Corinthia di Khartum, sede delle trattative, che l'accordo prevede che gli oppositori (Efc) e la giunta militare (Tmc) si alternino alla guida di un Consiglio sovrano per un periodo di tre anni.
La firma giunge a distanza di giorni dall'annuncio fatto dal Tmc e dal Ffc di un accordo di massima per una road moap che porti alle elezioni a una divisione dei poteri e a un'indagine sulle violenze contro i manifestanti, che hanno causato decine di morti.
Resta alta, invece, la tensione al confine meridionale. Un membro di una missione di pace dell'Onu e cinque civili sono morti in un attacco mirato contro i peacekeeper avvenuto in un mercato al confine tra Sudan e Sud Sudan, nella città di Abyei, in un'area ricca di petrolio e contesa tra i due Paesi. Lo fanno sapere le Nazioni Unite. Un portavoce delle forze di pace, Farhan Haq, ha precisato che un secondo peacekeeper è rimasto ferito nell'attacco, sferrato da un gruppo di sconosciuti. La vittima in missione Onu era originaria dell'Etiopia.
Le forze Onu presenti nel distretto di Abyei, in zona dal 2011, ha inviato delle truppe per garantire la sicurezza dell'area e fare chiarezza su quanto accaduto.