“Theresa May vincerà le elezioni ma, se non capitasse, ipotesi molto improbabile, sarei disponibile a sostenere un governo guidato da Jeremy Corbyn”. A parlare è Nicola Sturgeon, la leader degli scozzesi nazionalisti rappresentati dallo “Scottish National Party”. Manca meno di una settimana al sondaggio elettorale del prossimo 8 giugno e i giochi non sono affatto fatti.
La May, che ha voluto in fretta e furia queste elezioni, sperando di consolidare ulteriormente il proprio potere, alla vigilia dei negoziati sul Brexit, è scesa nei sondaggi proprio alla vigilia del voto. Secondo la Ipsos Mori vi sarebbero 5 punti di distanza tra i Tories al 45% e i Labour al 40% ma la Yougov dà soltanto 3 punti di distacco tra i Tory al 42% e i Labour al 39%.
Nel caso di un “hung parliament”, ovvero un Parlamento impiccato, dove nessun partito avrebbe una netta maggioranza, la leader nazionalista Sturgeon potrebbe collaborare con quello laburista su una serie di provvedimenti anche se Corbyn ha già dichiarato di non volere impegnarsi in nessuna alleanza per il momento. Di una coalizione progressiva potrebbero far parte anche i liberaldemocratici. Sembra impossibile che Jeremy Corbyn, un socialista vecchio stampo, che vuole nazionalizzare ferrovie, poste e energia elettrica e sostituire la Regina con la repubblica, possa entrare a Downing street ma non è detta l’ultima parola. Il Regno Unito è stremato dagli anni di austerity conservatrice. Corbyn vuole introdurre una banca nazionale degli investimenti che inietti nel settore industriale 250 miliardi di sterline e dia lavoro a milioni di persone.
La premier scozzese scommette sul leader che è a cinque punti dai conservatori di Theresa May. Ultime battute della campagna
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