giovedì 20 giugno 2024
Nadezhda Skochilenko ha incontrato a Roma parlamentari e autorità per sensibilizzare sulle condizioni delle persone in cella a Mosca per aver dichiarato contrarietà alla guerra. Già 3 sono morti
Nadezhda Skochilenko durante l'audizione alla Camera

Nadezhda Skochilenko durante l'audizione alla Camera - .

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Negli ultimi due mesi e mezzo sono già tre i prigionieri politici che hanno perso la vita in Russia. In comune avevano l’essere contro la guerra. Una realtà sempre più drammatica che angoscia le persone a loro care e tutta l’opposizione.

A fare luce su questo è stata Nadezhda Skochilenko, la mamma di Alexandra, la giovane artista condannata 7 anni di carcere per aver sostituito i cartellini dei prezzi con messaggi contro la guerra. La sua visita a Roma ha colpito ogni persona che ha incontrato producendo effetti importanti per la sensibilizzazione su una realtà che in troppi da noi non vogliono vedere.

Nadezhda con il suo tono pacato e umanissimo ha raccontato la condizione psicofisica della figlia in carcere già due anni a rappresentanti di istituzioni e società civile.

Il primo a incontrarla è stato il neoparlamentare europeo Marco Tarquinio di cui conosceva quanto aveva preso a cuore la causa di Alexandra sin dal primo giorno del suo arresto ospitando proprio su Avvenire articoli sul suo caso. Nadezhda spera in una sensibilizzazione del nuovo Parlamento Europeo grazie al suo ruolo a Bruxelles.

La donna è stata poi ricevuta in Campidoglio dalla presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli e dall’ambasciatore Gabriele Annis, direttore Relazioni Internazionali, che hanno raccolto l’appello di Nadezhda mostrando non solo la sensibilità di fronte a una madre che è in pena per la figlia ma cogliendo la dimensione politica del suo messaggio. Ogni sua parola infatti si è sempre riferita non solo ad Alexandra ma a tutti i prigionieri politici, sottolineando come la situazione sia particolarmente dura per chi fino al 24 febbraio 2022 era una persona “normale”, impreparata all’idea di condanne e persecuzioni.

Sono tanti i giovani, le donne, semplici cittadini che per un gesto che chiedeva pace hanno subito condanne durissime. Oggi alcuni di loro si trovano ad essere eroi involontari e altri casi esemplari da punire il più possibile per incutere paura su chi la pensa come loro. Nadezhda chiede a tutti di comprendere che questa dimensione di dissenso è diffusa in Russia, contrariamente a quanto si pensa in Occidente.

La rappresentazione di questa realtà è stata accolta dal Parlamento italiano grazie all’audizione voluta dalla presidente del Comitato diritti umani della Camera, Laura Boldrini e all’interessamento dell’onorevole Gianni Cuperlo. All’evento è intervenuta anche l’onorevole Lia Quartapelle. L’incontro, attraverso la testimonianza di Nadezhda, è servito a sollecitare l’attenzione dei parlamentari e delle istituzioni affinché abbiano una visione dell’impatto che la guerra ha anche sul fronte interno del Paese. Dalla luce sul caso di Alexandra, insomma, alla sensibilizzazione sulla situazione di tutti i prigionieri politici e in particolare coloro che versano in condizioni di salute sempre più difficili. Questo il cuore del suo grido in Italia. Non a caso ieri sull’account Instagram di Ilya Jashin, poco prima dell’ennesima angheria da parte delle autorità che lo hanno privato della visita in carcere degli anziani genitori dopo mesi di attesa, è comparso un post in cui esprime la preoccupazione per i prigionieri come il consigliere Municipale di Mosca Aleksey Gorinov la cui salute è sempre più a rischio, così come quella di Vladimir Kara Murza condannato a 25 anni che soffre delle conseguenze dei due avvelenamenti subiti o Yegor Balazeikin, il ragazzo di 17 anni che a causa della mancanza di cure adeguate vede un drastico peggioramento della sua patologia, e pure di Alexandra che offre di patologie cardiache e di celiachia.

Questo è oggi il tema oggi drammaticamente urgente. Circola un appello per la loro liberazione e l’idea dello scambio di prigionieri per poterli salvare. Una volta visitare l’Italia era una tradizione per scrittori, pittori e musicisti russi. Le tracce dell’amore per la città eterna si trovano sulle lapidi delle nelle strade e nelle chiese della città. Oggi l’impegno di questa madre è risuonato come un simbolo di un nuovo genere di viaggio in Italia. Una vera e propria missione a nome di tutti i figli brutalizzati dalla Russia di oggi. Cercando di trovare le radici dell’antico amore che mette al centro l’incontro tra popoli e culture, celebra la vita in netto contrasto con l’odio e la guerra.

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