Studenti - Ansa
La Gran Bretagna sta registrando il numero più alto di alunni rimasti a casa per colpa del Covid da quando le scuole hanno riaperto lo scorso marzo. Secondo il ministero dell’istruzione oltre 375.000 scolari, uno ogni venti, sono, in questo momento, a casa.
Gli assenti sono passati dall’1,2% dell’intera popolazione scolastica del 10 giugno al 3,3% della scorsa settimana al 5,1% di oggi con un aumento di 130.000 casi in soli sette giorni. Le assenze si sono quadruplicate durante il mese di giugno con una velocità che preoccupa genitori e insegnanti già provati dai sei mesi di lockdown durante il quale la dad non è riuscita a garantire gli stessi livelli di apprendimento della presenza.
I casi di Covid nel Regno Unito sono stati oggi 20.479 con un aumento di 8.854 rispetto alla scorsa settimana e le morti 23. Oltre 44,5 miloni di persone hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Il piano del governo è di vaccinare chiunque abbia almeno diciotto anni con una prima dose e i due terzi degli adulti con una seconda dose entro il 19 luglio. Le vaccinazioni sono state oggi 265.276, più 204.871 rispetto alla scorsa settimana. La Gran Bretagna non sta vaccinando, in questo momento, la fascia di età tra i 12 e i 17 anni perchè gli esperti non ritengono efficace questa strategia.
Per limitare il numero di alunni che rimangono a casa il governo sta pensando di cambiare la strategia adottata per controllare il virus nelle scuole e di abbandonare l’approccio, seguito fino ad oggi, di lasciare a casa l’intera classe per introdurre, invece, test antigenici rapidi giornalieri. Tra gli alunni rimasti a casa soltanto 15.000 sono casi certi di Covid mentre per altri 24.000 esiste solo il sospetto, 279.000 si sono dovuti auto isolare per essere entrati in contatto con qualcuno che era risultato positivo a scuola e 57000 per essersi avvicinati a qualcuno incontrato fuori dalle aule.
In questo momento, in Gran Bretagna, gli alunni vengono sottoposti a due test antigenici rapidi alla settimana e, se risultano positivi, chiunque è stato a stretto contatto con loro deve auto isolarsi. Il risultato è che intere classi vengono lasciate a casa con un impatto molto negativo sugli equilibri famigliari e l'istruzione. Se il positivo ha fratelli o sorelle, infatti, anche le classi di questi ultimi non possono rientrare a scuola.
Con la campagna di vaccinazione che procede a ritmo spedito e l'incidenza molto bassa del virus tra i minori, che tendono a non ammalarsi o a superare con facilità il contagio, genitori e associazioni di categoria chiedono regole meno severe e l'introduzione di tamponi giornalieri all'ingresso della scuola.
Il nuovo sistema viene sperimentato, in questo momento, in alcuni istituti. Tuttavia rimangono dubbi perchè i test antigenici rapidi non sono completamente attendibili e non garantiscono lo stesso livello di protezione dal virus dell'autoisolamento.
"E' chiaro che abbiamo bisogno di un approccio diverso in autunno", ha spiegato alla Bbc Geoff Barton, che rappresenta il sindacato dei presidi "Association of School and College Leaders" con oltre ventimila membri, "ma le proposte del governo sono sull'argomento sono, in questo momento, molto vaghe".