martedì 12 dicembre 2023
L'oppositore era scomparso dal carcere dov'era rinchiuso. Per le elezioni di marzo 2024 aveva lanciato l'iniziativa «La Russia senza Putin»
L'oppositore numero uno di Putin, il dissidente Alexei Navalny, sullo schermo in collegamento dal carcere durante un'udienza

L'oppositore numero uno di Putin, il dissidente Alexei Navalny, sullo schermo in collegamento dal carcere durante un'udienza - Reuters

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Come se due guerre non bastassero a contrapporre Russia e Stati Uniti, schierati su opposti fronti in Ucraina e nel conflitto tra Israele e Hamas, ora sono scintille sul caso di Alexei Navalny. L'oppositore politico del presidente Vladimir Putin - il quale è fresco di ricandidatura alle presidenziali del 2024 e di fatto ha ipotecato il Cremlino fino almeno al 2030 - è scomparso dalla colonia penale IK-6 di Melekhovo. Le autorità per giorni si sono rifiutate di dire dove si trovi. Irrintracciabile da una settimana, finche questa sera si è saputo che è stato trasferito a Mosca in relazione a un nuovo caso penale aperto nei suoi confronti, con una accusa di vandalismo formalizzata nei suoi confronti il primo di questo mese, ha reso noto il canale Telegram Baza, che ha buoni contatti con le agenzie di sicurezza ma che tuttavia precisa che si tratta di una informazione non confermata ufficialmente. Mosca non sarebbe la destinazione finale del dissidente, di cui da sette giorni non si hanno notizie. Solo ieri la direzione del carcere in cui era detenuto, nella regione di Vladimir, ha ammesso che il nome di Navalny non era più nell'elenco dei detenuti..

«Navalny non doveva essere arrestato e comunque deve essere rilasciato subito» ha tuonato ieri il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, spiegando che l'ambasciata americana a Mosca lavora per raccogliere più informazioni possibile.

Piccata oggi la replica del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: «È una questione relativa a un detenuto che è stato giudicato colpevole dalla legge e che sta scontando la sua pena. Pertanto reputiamo inammissibile e impossibile qualunque interferenza di chiunque, inclusi gli Stati Uniti d'America».

L'Unione Europea, attraverso l'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, definisce «altamente preoccupante la notizia della scomparsa di Navalny da 7 giorni. La leadership politica russa è responsabile della sua sicurezza e della sua salute in carcere e di questo dovrà rispondere. L'Ue ribadisce il suo appello per il suo rilascio immediato e incondizionato da una incarcerazione per motivi politici».

L'ipotesi: portato in un carcere più duro, senza contatti esterni

Lo staff del dissidente fino a questa sera aveva denunciato di non avere la più pallida idea di dove si trovi il rivale numero uno di Putin. I funzionari del carcere a oltre 200 chilometri da Mosca «hanno ammesso che il detenuto Navalny non è più nella loro lista» ma «si rifiutano di dire dove sia stato trasferito», accusa su X la portavoce Kyra Yarmish.

Dopo la condanna a 19 anni inflittagli ad agosto con accuse di «estremismo» considerate di matrice politica, l'oppositore ha denunciato continui soprusi. Si teme per la sua salute e anche per la sua incolumità. La portavoce ha detto che la settimana scorsa si è sentito male in cella: «Ha avuto le vertigini e si è sdraiato sul pavimento». «Dato che è stato privato del cibo, tenuto in una cella senza ventilazione e gli è stato concesso un tempo minimo all'aperto, sembra che sia svenuto per la fame».

Gli avvocati non riescono a parlare col dissidente dal 6 dicembre. Una situazione che si accompagna a una pioggia di procedimenti penali. L'ultima accusa sarebbe di «vandalismo». A ottobre tre degli avvocati sono stati arrestati per «estremismo».

Di recente l'iniziativa «Una Russia senza Putin» per il voto di marzo

L'arresto di Navalny risale al gennaio del 2021, quando era appena tornato a Mosca da Berlino dove era stato curato per un avvelenamento che aveva fatto temere per la sua vita.

Anche dal carcere l'oppositore non ha mai smesso di criticare il governo e la scorsa settimana, in vista delle presidenziali di marzo, aveva lanciato il programma «La Russia senza Putin», esortando a votare per qualunque altro candidato. Secondo il braccio destro di Navalny, Leonid Volkov, non sarebbe una coincidenza che questa situazione si stia verificando alla vigilia del voto: «Non è un segreto per Putin chi sia il suo principale avversario in queste "elezioni", e vuole assicurarsi che la voce di Navalny non venga ascoltata», ha commentato.

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