martedì 5 novembre 2024
Il convoglio New Orleans-Washington passa per dodici Stati. Amina, immigrata dal Marocco: «Non ho ancora la cittadinanza. Magari quando potrò dire la mia, la scelta sarà più facile»
Il treno negli Usa è il mezzo più utilizzato per spostarsi ed è un ottimo laboratorio sociologico per capire la società americana

Il treno negli Usa è il mezzo più utilizzato per spostarsi ed è un ottimo laboratorio sociologico per capire la società americana - DPD ImageStock / Alamy Stock Photo

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L’America in un treno. È il numero 20 della società ferroviaria Amtrak che ogni giorno collega New Orleans a New York e viceversa. Un viaggio di 33 ore, per più di 2mila chilometri, attraverso dodici Stati del versante Est, dalla Louisiana al New Jersey passando per Mississippi, Alabama, Georgia, South Carolina, North Carolina, Virginia, Washington, Maryland, Delaware e Pennsylvania. Abbiamo percorso un tratto di questo itinerario, da Charlotte fino a Washington, per aprire, alla vigilia delle elezioni presidenziali, una finestra mobile sul Paese e, in particolare, sull’anima di chi lo vive.

Il treno porta il nome, “Crescent”, con cui al sud viene chiamata New Orleans, la città nata su una curva a mezzaluna del fiume Mississippi detta anche “Big Easy”, slang che indica la vita rilassata e godereccia dei suoi abitanti. Lo scenario che attraversa parla da sé. Racconta la bellezza delle Blue Ridge Mountains, il fascino delle case in stile coloniale con le sedie a dondolo sui patii e la storia della Virginia Tobacco come, pure, la distruzione dell’uragano Helen piombato a fine settembre sulla costa orientale degli Stati Uniti risalendo il golfo del Messico. Qualcuna delle auto e delle barche sollevate in aria dalla furia sono ancora, lì, incastrate tra i rami smeraldo delle foreste a nord di Danville. Per alcuni passeggeri, salire a bordo del “Crescent”, arrampicandosi su uno sgabello per raggiungere gli alti scalini di accesso ai colossali vagoni in acciaio, modello anni ’90, significa concedersi un viaggio lento, un po’ alla moda, che sa di vacanza. Li si notano subito i newyorkesi in calzoncini, t-shirt e cappellino con la visiera, di ritorno dalla Big Easy alla Big Apple. La maggior parte sonnecchia, anche se è giorno, sprofondando nei sedili di pelle extralarge mentre nella carrozza della caffetteria, la numero quattro, la vita esplode. È qui, ai tavolini tremolanti di un bar su rotaie, che i viaggiatori, come intrappolati in bolla ferma nel tempo ma non nello spazio, cominciano a raccontarsi. Freddie, 60 anni, originario della Florida ma residente ad Atlanta, intrattiene una coppia di turisti tedeschi parlandogli delle meraviglie del trumpismo. «Vedrete che vincerà», profetizza mentre affonda una fetta di torta al limone nel caffè, «io l’ho già votato».

L’uomo, nero, con l’orecchino al lobo sinistro, è un militare in congedo dall’aviazione da quando, dieci anni fa, ha subito un trapianto di polmone. Si presenta tuttavia come un «disabile». Indossa una tuta mimetica tappezzata di stickers a forma di scudi Superman e si atteggia a esperto di politica estera: «Trump è l’unico che può tenere testa alla Cina – spiega – e riportare la pace nel mondo». Marcus, 23 anni, salito a Charlotte e diretto a Baltimora per un colloquio di lavoro, salta sulla sedia e comincia a controbattere: «Ma che dici? – lo incalza –. Al tycoon interessa la Casa Bianca solo per continuare a fare i propri affari e per arricchire quello dei propri amici». Il giovane, in tuta, ciabatte di plastica e calzini bianchi, è convinto: «I miliardari al potere sono pericolosi, meglio Kamala Harris». L’addetta al caffè, Nanette, 56 anni, di cui nove trascorsi con Amtrak proprio sul “Crescent”, riscalda toast, versa tè e fa spallucce: «Ho cercato in tutti i modi di evitare che la discussione scivolasse nella politica. Abbiamo ricevuto esplicite istruzioni al riguardo. In viaggio, niente presidenziali né religione, temi pericolosi perché altamente divisivi. Ma – tira le somme – non c’è niente da fare. L’argomento torna sempre». Lontano dai tavoli della conversazione, la donna, ripreso il cruciverba a cui si dedica nei momenti di pausa, si lascia andare. «Se solo Trump parlasse di meno e in modo più appropriato – sottolinea – la campagna elettorale sarebbe più serena e la gente lo voterebbe anche con più facilità. Questa volta, però, io non lo sosterrò. Voterò dem».

Il dibattito, sempre vivace ma rispettoso, si allarga fino a coinvolgere una professoressa d’inglese in pensione, un giovane marine e un’impiegata comunale alle prese con il suo uncinetto. Le elezioni finiscono in secondo piano quando nel vagone entra Amina, 37 anni, incinta di 20 settimane, con il figlioletto Adam, 14 mesi, che pretende di battere il cinque a tutti i presenti. Viaggiano da soli. La donna, è lei stessa a dirlo, è «sfinita dalla stanchezza». «Vivo nelle campagne di New Orleans – dettaglia – e vado a trovare mia madre a New York perché non sta bene. È da più di 24 ore che sono in viaggio». Il piccolo, in pigiamino marrone, è nel frattempo diventato l’attrazione del bar. La mamma lo guarda ridendo delle patatine che mangia tra un sorso e l’altro di latte al biberon. «Certo, sarebbe stato più comodo un volo – ammette – ma non me lo posso permettere. Mio marito è un militare e stiamo mettendo da parte i soldi per una casa nuova». È lei che riapre la conversazione su Trump e Harris ricordando quanto, in ogni caso, gli americani sono, fortunati a vivere in un Paese come gli Stati Uniti: «Io non voto perché sono marocchina e non ho ancora la cittadinanza ma mi piacerebbe andare alle urne e dire la mia». Poi, con un pizzico di ironia, aggiunge: «Magari, tra qualche anno, quando ne avrò finalmente diritto, la scelta sarà più facile». Tutti ridono. Quando il capotreno annuncia all’autoparlante l’ingresso nella stazione di Washington quel piccolo mondo in viaggio sulle rotaie si scopre un po’ più unito che alla partenza.
Freddie e Marcus scendono addirittura sulla panchina per scattarsi qualche selfie. È lo spaccato dell’America che, messe da parte le differenze, sceglie di andare, insieme, piano ma lontano.

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