giovedì 12 maggio 2016
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PARIGI Fra incredulità e orrore, la Francia ha appreso ieri del suicidio in diretta di una diciannovenne residente a Egly, nella lontana banlieue Sud-ovest parigina, avvenuto martedì in circostanze che sollevano interrogativi angoscianti, anche circa l’uso di tecnologie di comunicazione presentate in genere come conviviali. «Ciò che sarà detto non porrà problemi. Ciò che accadrà rischia di essere molto choccante». In diretta attraverso una nota applicazione video istantanea diffusa via Twitter (Periscope), la ragazza aveva impiegato martedì anche queste parole per dare appuntamento alle ore 16 ai propri followers. Ma i suoi occhi scuri e il suo volto, incorniciati da una folta chioma bruna ancor più in risalto sullo sfondo della parete bianca di una stanzetta, non hanno destato quelle reazioni che forse avrebbero potuto salvare Oceane. Questo il nome della ragazza, che lavorava come receptionist in una casa di riposo. La diciannovenne è giunta da sola alla stazione di Egly, sulla linea C della rete ferroviaria suburbana parigina (Rer). Sul cammino, avrebbe inviato un Sms per annunciare le sue intenzioni a un familiare. Poi, alle 16 e 29, all’arrivo di un convoglio, ha filmato in diretta l’irreparabile, dopo aver tratteggiato i contorni di un dramma appena vissuto: una violenza sessuale di cui sarebbe responsabile un individuo indicato per nome. Dopo aver aperto un’inchiesta, la Procura di Evry intende ricostruire tutta la sequenza di messaggi. Fra quelli già diffusi dai media, figurano avvertimenti come questo: «Se più tardi ci sono minori che guardano, non restate». E la ragazza parla pure di suicidio, sia pure per negarlo: «Non ho detto che mi suiciderò, calmatevi». Secondo la radio pubblica France Info, «fra 35 e 40 persone» erano collegate alla finestra video al momento del dramma. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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