Il presidente Joe Biden si è sottoposto al check-up medico annuale - Ansa
Il presidente Joe Biden è uscito sorridente dal check-up medico annuale all'ospedale Walter Reed. All'uscita dalla clinica ha scherzato con i giornalisti che gli chiedevano come fosse andata. «I medici pensano che sia troppo giovane», ha detto a quanti gli domandavano come fosse andata. Poco dopo, la portavoce Karine Jean-Pierre ha precisato che il neurologo non ha ritenuto necessario sottoporre il capo della Casa Bianca a un test cognitivo. «Non ne ha necessità. Ne supera uno ogni giorno», avrebbe detto lo specialista.
Un secondo successo dopo l'annuncio della vittoria in Michigan, all'alba. Biden, come il probabile rivale Donald Trump, ha vinto le primarie democratiche. Entrambi, però, hanno dovuto fare i conti entrambi con l’opposizione e lo scontento interni al proprio elettorato. Nel caso delle primarie repubblicane, il rivale di Trump, Nikki Haley, ha incassato comunque il 27% dei consensi, una percentuale che, in questa fase della maratona elettorale, sta a significare che Trump non ha il pieno sostegno del suo elettorato, e ciò può rappresentare per lui un pericolo.
Biden ha invece trionfato con circa l’80% dei consensi; tuttavia, la situazione per l’aspirante candidato dei democratici è per certi versi anche peggiore. Il problema per lui è infatti rappresentato dal 16% circa dei voti uncommitted, ovvero non schierati con il candidato. Si tratta del voto della comunità araba che ha espresso a Biden la sua disapprovazione per l’appoggio americano a Israele nella guerra a Gaza.
Il Michigan è uno degli stati chiave che aprono le porte della Casa Bianca. Qui Trump vinse le elezioni nel 2016 superando di 11.000 voti Hillary Clinton. Nel 2020 è stato invece Biden a conquistarlo con un margine di 150mila voti. Ora, metà dello spoglio, i voti uncommitted erano già circa 58mila, secondo Edison Research.
Un risultato che supera ampiamente la quota minima di diecimila fissata dagli organizzatori. Questo significa che il movimento di protesta, che manderà i suoi delegati alla convention del partito democratico a Chicago ad agosto, può far pesare sensibilmente il suo voto sulla corsa alla presidenza. Una folla entusiasta si è raccolta nello spiazzo di fronte ad Adonis, un ristorante di cucina mediorientale a Dearborn, Michigan, dove i sostenitori pro-Gaza che avevano chiesto agli elettori democratici di dichiararsi alle primarie "uncommitted", in segno di protesta.
Abbas Alawieh, portavoce di Listen to Michigan, ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare i bambini uccisi a Gaza. «Fermatevi dall'uccidere le nostre famiglie - ha dichiarato - questo è tutto ciò che chiediamo». La Casa Bianca ha diffuso una nota per ringraziare il Michigan per la vittoria nelle primarie, ma senza nominare il movimento uncommitted. Ma è chiaro che Biden dovrà tenerne conto.
Sul fronte repubblicano invece, anche se non ci sono dubbi che sarà Trump il candidato del Partito, il dissenso interno potrebbe comunque pesare al momento del voto del 5 novembre prossimo. Haley, in calo rispetto al 40% preso in South Carolina o New Hampshire, ha risposto che comunque continuerà la sua corsa almeno fino al 5 marzo.