Padre José Martin è stato ucciso a Matamoros
Padre José Martín Guzmán Vega ha lottato fino all’ultimo. Dopo lunghe ore di agonia, però, il fisico ha ceduto e il sacerdote si è spento nell’ospedale generale Pumarejo di Matamoros, nella notte tra giovedì e ieri. Là era stato trasportato dopo che alcuni fedeli l’avevano trovato in fin di vita, sulla soglia della chiesa Cristo Rey de la Paz, nel municipio di Santa Adelaida, vicino a Matamoros. I parrocchiani avevano sentito delle grida provenienti dalla sagrestia ed erano accorsi. Secondo le prime ricostruzioni, nella sera di giovedì, padre José Martín era da solo in casa: il collaboratore era uscito a comprare qualcosa per cena. L’assassino deve avere aspettato quel momento per fare irruzione e aggredire il prete, pugnalandolo più volte prima di fuggire. Le urla del prete hanno allertato il vicinato. In un comunicato, la diocesi di Matamoros ha espresso il proprio dolore per l’omicidio del sacerdote e vicinanza ai familiari di padre José Martín. La Chiesa, inoltre, ha esortato le autorità a fare il possibile per stabilire la verità. Il parroco di Cristo Rey de la Paz è il secondo sacerdote ucciso in Messico da gennaio e il 14esimo nel mondo a cui si sommano altri sei laici, per un totale di venti operatori pastorali morti.
La maggior parte delle vittime si concentrano in Africa – tredici –, il resto in America Latina. Il Messico della narcoguerra è tra i Paesi più letali al mondo per i sacerdoti: tra il 2012 e il 2018 ne sono stati uccisi ventisette. In quanto referenti della comunità, essi vengono colpiti dai gruppi criminali – che hanno catturato interi pezzi di istituzioni – per terrorizzare la popolazione. Il Tamaulipas, dove si trova Matamoros, è uno dei fronti più caldi della narcoguerra. A Nuevo Laredo, il 5 agosto, è stato sequestrato un pastore protestante che difende i migranti centroamericani.