Il Premio Nobel per la Medicina 2018 è stato assegnato all'americano James P. Allison e al giapponese Tasuku Honjo per i loro studi immunologici che hanno portato a nuovi sviluppi per la cura del tumore.
I due studiosi «hanno capito - si legge nella motivazione del premio - che si può stimolare il sistema immunitario per attaccare le cellule tumorali, un meccanismo di terapia assolutamente nuovo nella lotta ad un tipo di malattia che uccide ogni anno milioni di persone e che costituisce una delle più gravi minacce alla salute dell'umanità»
Allison ha studiato una proteina che funziona come freno al sistema immunitario, ha capito il potenziale per liberare le cellule che attaccano i tumori. Il giapponese Honjo ha lavorato alla stessa tecnica, ma con un differente sistema d'azione. Le terapie dei due studiosi hanno rivelato una sorprendente efficacia nella lotta al cancro.
I checkpoint immunitari
Fino all'arrivo di queste scoperte, i progressi nello sviluppo clinico delle immunoterapie erano stati modesti: la terapia dei “checkpoint immunitari”, così è stata ribattezzata la nuova strada inaugurata da Honjo e Allison, ha dunque rivoluzionato il trattamento del cancro e cambiato radicalmente il modo in cui i clinici gestiscono oggi questa patologia.
«È un riconoscimento che sottolinea l'importanza della ricerca di base, quella ricerca da cui i due premiati - insieme a centinaia di altri immunologi sparsi nei vari centri di ricerca del mondo - sono partiti molti anni fa, cercando di capire come si attivano i linfociti T» è il commento di Antonella Viola, ordinario di Patologia generale al Dipartimento di Biomedicina dell'università di Padova, direttrice scientifico dell'Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza. Per l'esperta «è un riconoscimento alla tenacia e alla dedizione di chi ha creduto per anni, nello scetticismo generale, che il sistema immunitario potesse rappresentare un'efficace arma per combattere i tumori. E, naturalmente, è una promessa per il futuro. L'immunoterapia dei tumori basata su anticorpi monoclonali in grado di riattivare la risposta immunitaria del paziente, o quella basata sull'ingegnerizzazione di linfociti armati per riconoscere ed eliminare le cellule tumorali (terapia con cellule Car-T )rappresentano una strategia rivoluzionaria per il futuro della medicina».
Allison (70 anni) è professore all'università del Texas e Tasuku Honjo (74 anni) professore dell'università di Kyoto. Entrambi nel 2014 vinsero per la loro ricerca il premio Tang, considerato la versione asiatica del Nobel. I due condivideranno i nove milioni di corone svedesi del premio Nobel, pari a circa 870mila euro. Saranno insigniti del riconoscimento da re Carlo XVI Gustavo di Svezia nella cerimonia ufficiale che si terrà a Stoccolma il 10 dicembre, anniversario della morte nel 1896 di Alfred Nobel, creatore dei premi Nobel.