mercoledì 14 novembre 2018
Cresce il consenso internazionale: alla votazione per la moratoria delle esecuzioni capitali per la prima volta il numero dei paesi a favore raggiunge i 123 voti
La pena di morte arretra ancora: all'Onu 123 voti a favore della moratoria
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Cresce all'Onu il consenso internazionale per la moratoria sulla pena di morte. La Terza Commissione dell'Assemblea Generale, quella che si occupa dei diritti umani, ha approvato oggi una risoluzione che chiede agli Stati Membri di fermare le esecuzioni con un numero maggiore di consensi rispetto al 2016. 123 paesi - otto in più rispetto all'analogo voto in Commissione del 2016 - hanno espresso il loro appoggio alla raccomandazione delle Nazioni Unite di mettere uno stop alle esecuzioni capitali. Un voto in aula è previsto entro fine anno.

Dal 2007, quando su spinta dell'Italia l'Unione Europea portò all'Onu per la prima volta l'iniziativa per la moratoria, il consenso internazionale per la moratoria è sempre cresciuto. Nel 2016, l'ultima volta che la Terza Commissione si espresse sulla risoluzione, i "si" erano stati 115.

"Un segnale benvenuto verso l'obiettivo dell'abolizione completa della pena capitale nel mondo e un forte segnale positivo a difesa dei diritti umani", ha detto l'Ambasciatrice Mariangela Zappia,

Rappresentante permanente italiana all'Onu su Twitter, dove anche il rappresentante permanente della Ue Joao Vale de Almeida
ha collocato il voto in linea con il trend globale verso l'abolizione della pena di morte.

Nel voto in Commissione 36 delegazioni hanno votato contro e 30 si sono astenute. Come in anni precedenti la bozza di risoluzione è stata adottata dopo un intenso dibattito e dopo l'approvazione di un emendamento introdotto da Singapore sul diritto sovrano degli Stati al loro sistema legale. L'emendamento è stato approvato con 96 si, 73 no e 14 astenuti.

La risoluzione che chiede una moratoria universale sulla pena di morte è promossa da una coalizione di paesi di tutto il mondo. La campagna contro la pena di morte è stata tradizionalmente una delle priorità italiane, un contributo significativo è stato dato anche dalle organizzazioni della società civile che, insieme al ministero degli Esteri, fanno parte della Joint Task Force contro la pena di morte: la Comunità di Sant'Egidio, Amnesty International e Nessuno Tocchi Caino, che sono stati i principali promotori della moratoria.

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