Un giovane «spontaneo e generoso». Viene descritto così Ronan, 29 anni, ucciso sabato sera a Parigi durante il nuovo assalto jihadista che ha provocato pure 4 feriti, di cui 2 gravi ma non in pericolo di vita, sprofondando nuovamente la capitale e la Francia nell’atmosfera funesta della stagione delle stragi cominciata nel gennaio 2015. Ronan è stato accoltellato da un 20enne di origine cecena, già doppiamente schedato dall’intelligence come potenziale jihadista: Khamzat Azimov, ucciso sabato sera durante l’intervento della polizia.
Il terrorista era nato in Cecenia, prima di essere naturalizzato francese nel 2010 assieme alla madre. Durante l’assalto, secondo testimoni, Azimov ha pronunciato due volte l’espressione ‘Allah akbar’, ma senza gridare, prima di provocare un poliziotto sopraggiunto. Il Daesh ha rivendicato l’attacco, diffondendo un video con il giuramento di fedeltà di un giovane presentato come il terrorista.
La polizia ha posto in stato di fermo i genitori di Azimov, presso i quali il 20enne viveva nel 18mo arrondissement di Parigi, dopo diversi anni trascorsi dalla famiglia a Strasburgo. Qui è stato parallelamente fermato un coetaneo del terrorista, anch’egli sospettato di jihadismo e presentato come il miglior amico di Azimov. Al domicilio familiare parigino del terrorista non sarebbero stati finora trovati «elementi incriminanti», secondo fonti d’inchiesta riprese dalla stampa francese.
L’inchiesta cerca ancora di appurare eventuali complicità, mentre il mondo politico riapre il dibattito sul grado di sorveglianza degli schedati e sulle condizioni di ottenimento delle naturalizzazioni. Per il presidente Emmanuel Macron, «la Francia paga un’altra volta un prezzo di sangue, ma non cede nulla ai nemici della libertà».