Proteste contro il rilascio di Asia Bibi il 15 novembre a Lahore in Pakistan (Ansa)
Si prolunga l'attesa per la decisione della Corte suprema del Pakistan sull'istanza di revisione della sentenza con cui il 31 ottobre ha assolto la cattolica Asia Bibi dalla condanna per blasfemia e dall'esecuzione capitale, rendendola libera, anche se sotto stretto controllo delle autorità che si estende anche alla famiglia. Un'attesa vissuta con apprensione anche per i rischi che lo stallo pone sulla madre cattolica ma in generale alla comunità cristiana sotto stretta osservazione da parte degli estremisti religiosi contrari all'espatrio della donna come risultato che ritengono una «congiura» dell'Occidente e della cristianità per delegittimare l'islam.
A segnalare questa situazione, anche l'avvertimento della polizia a tutti i leader e alle istituzioni cristiani per la possibilità di attacchi terroristi in connessione con il caso di Asia Bibi. Nella nota, conferma l'Agenzia Fides, si segnala che organizzazioni terroristiche come Tehreek-i-Taliban Pakistan e Jamaat-ul-Ahrar starebbero pianificando azioni dimostrative e per questo, conferma Fides, la polizia ha esortato i cristiani a «tenere alta la vigilanza» mentre saranno individuate nuove misure di controllo e protezione. A maggior ragione in vista delle festività natalizie, un tempo sovente problematico per le comunità di battezzati, ma quest'anno ancor più segnato dalla pressione estremista.
Una conferma è arrivata dal vescovo anglicano di Peshawar, Humphrey Peters, per il quale la polizia «ha assicurato che farà di tutto per proteggere le chiese nella città». «Sappiamo che è un momento critico. I cristiani in Pakistan confidano nell'operato forze di sicurezza. Continueremo a svolgere il nostro ruolo nella società, in piena collaborazione con le forze dell'ordine e il governo», ha dichiarato.
Resta intanto alta l'attenzione internazionale verso la sorte di Asia Bibi e dei suoi congiunti, con le offerte di asilo ancora sottoposte a una decisione finale del governo pachistano, che a sua volta le lega alla decisione in sospeso della Corte suprema. Davanti alla disponibilità dell'esecutivo a garantire sicurezza e prospettive di espatrio alla donna, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha telefonato al premier Imran Khan per ringraziarlo e confermare la disponibilità alla cooperazione europea per arrivare a una soluzione positiva. Tajani ha ricevuto dal Khan l'assicurazione che «in quanto cittadini del Pakistan, Asia Bibi e la sua famiglia hanno diritto alle tutele garantite dalla costituzione pachistana».