Alia Ghanem, la mamma di Benladen
Osama Benladen, un bravo figlio, che amava la madre e a cui piaceva studiare, radicalizzato all'università da musulmani estremi. E’ la mamma dell’ideatore degli attacchi dell'11 settembre, Alia Ghanem, ad assicurare al quotidiano britannico “Guardian” che il leader di al-Qaeda, ucciso dalle forze speciali americane, il 2 maggio 2011, ad Abbottabad, in Pakistan, “era un bravissimo bambino fino a quando, a vent’anni, non ha incontrato persone che gli hanno fatto il lavaggio del cervello”. La mamma di Benladen è stata intervistata in esclusiva dal giornalista Martin Chulov dopo aver avuto l'autorizzazione dalla leadership saudita. "All’università mio figlio è diventato un uomo diverso", ha detto la donna, che vive a Gedda, al giornalista, "Gli dicevo sempre di stare lontano da quelle persone all’università e lui non avrebbe mai ammesso con me quello che stava facendo, perché mi amava tantissimo".
Tra coloro che lo traviarono, vi è stato Abdullah Azzam, un membro dei Fratelli Musulmani, che, successivamente, venne esiliato dall'Arabia Saudita e diventò il consigliere spirituale di Osama. "Era molto onesto, molto bravo a scuola perché gli piaceva molto studiare”, ha aggiunto la signora Ghanem, alla quale "Non è mai passato per la testa" che potesse diventare un jihadista. La donna ha spiegato che, quando i parenti hanno scoperto quello che era successo "erano molto turbati”. Hassan, un altro figlio della donna ha detto che la madre amava moltissimo il figlio primogenito Osama e “a 17 anni dall’attacco alle Torri Gemelle continua a negare quello che è successo”. "Lo ha amato così tanto e si rifiuta di biasimarlo, incolpando quelli che gli stavano accanto”, ha spiegato il fratello del terrorista, “La mamma conosce solo il lato del bravo ragazzo, quello che tutti abbiamo visto e non è mai venuta a conoscenza del lato jihadista". Il fratellastro di Osama Benladen prova sentimenti contrastanti secondo il quotidiano “Guardian”. "Sono molto orgoglioso di lui nel senso che era il mio fratello maggiore e mi ha insegnato molto ma non credo di apprezzarlo come uomo", dice Hassan. Il fratello ricorda lo shock, quando si diffuse la notizia dell'attacco a New York, e spiega che la famiglia sapeva che Osama era il responsabile e che ha provato "vergogna" pensando anche alle "orribili conseguenze" delle sue azioni.