Sono stati liberati questa mattina i due giornalisti dell'agenzia Reuters che stavano scontando sette anni di reclusione per violazione della norma sulla segretezza degli atti ufficiali a Myanmar. I due, Wa Lone, 32 anni, e Kyaw Soe Oo, 28, sono usciti sorridenti dal carcere Insein di Yangon dopo oltre 500 giorni di detenzione. Hanno beneficiato dell'amnistia estesa dal presidente birmano Win Mynt a migliaia di detenuti.
I due vennero arrestati nel dicembre 2017 mentre lavoravano a un'inchiesta sul massacro di 10 uomini e ragazzi appartenenti alla minoranza dei Rohingya nello stato di Rakhine nel pieno della campagna militare dell'esercito contro i ribelli - condotta secondo gli inquirenti Onu con 'intenti genocidì - a seguito della quale circa 730mila musulmani Rohingya hanno lasciato il paese.
Secondo la procura i due giornalisti erano stati trovati in possesso di documenti governativi riservati, accuse contestate dai due e dai loro legali, per i quali l'intera operazione era una trappola costruita per impedire ai cronisti di riferire quanto stava avvenendo. L'articolo dei due pubblicato a febbraio 2018, mentre erano sotto processo, è valso loro il Premio Pulitzer.
"L'Onu a Myanmar considera il rilascio di Wa Lone e Kyaw Soe Oo un passo in direzione di una maggiore libertà di stampa e un segnale dell'impegno in direzione della transizione verso la democrazia di Myanmar", ha commentato il coordinatore Knut Ostby.
Secondo la procura i due giornalisti erano stati trovati in possesso di documenti governativi riservati, accuse contestate dai due e dai loro legali, per i quali l'intera operazione era una trappola costruita per impedire ai cronisti di riferire quanto stava avvenendo. L'articolo dei due pubblicato a febbraio 2018, mentre erano sotto processo, è valso loro il Premio Pulitzer.
"L'Onu a Myanmar considera il rilascio di Wa Lone e Kyaw Soe Oo un passo in direzione di una maggiore libertà di stampa e un segnale dell'impegno in direzione della transizione verso la democrazia di Myanmar", ha commentato il coordinatore Knut Ostby.