venerdì 26 novembre 2021
Continua l’assedio dei militari birmani alla diocesi di Loikaw, nello Stato Kayah. Il complesso di Cristo Re è stato occupato da 200 uomini armati. Perquisita le residenza del vescovo
Proteste contro la giunta militare a Yangon

Proteste contro la giunta militare a Yangon - Ansa

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Continua l’assedio dei militari birmani alla diocesi di Loikaw, nello Stato Kayah. Con quella di Pekhon nello Stato Shan, si tratta della diocesi più presa di mira dalla giunta del Myanmar per il sostegno che fornisce alla popolazione civile e agli sfollati, ma anche come simbolo – inviso al regime – di una consistente presenza cattolica e cristiana.
Il 22 novembre il complesso della cattedrale di Cristo Re è stato occupato da 200 militari che hanno anche perquisito le residenza del vescovo e costretto circa quaranta pazienti, ospitati nella clinica Karuna (“compassione”), ad abbandonarla. Il personale presente, 18 tra medici, infermieri e volontari, è stato arrestato e sono state prelevate anche delle apparecchiature mediche.
Le autorità militari non hanno fornito alcuna motivazione per l’azione, probabilmente intimidatoria, e lo stesso padre Francis Soe Naing, cancelliere della diocesi, ha dichiarato di non conoscerne le ragioni: «Siamo impegnati in attività caritative e non siamo coinvolti in alcuna azione sbagliata», ha sottolineato. L’azione è forse la più minacciosa tra le molte intraprese contro la diocesi di Loikaw, dove sono state una decina le parrocchie coinvolte in attività militari, la metà colpite da proiettili d’artiglieria. La Chiesa locale, che organizza i 90mila cattolici del Kayah, un quarto della popolazione complessiva, è impegnata in attività umanitarie a vantaggio di almeno 70mila profughi, ma viene sospettata di parteggiare per l’opposizione al regime.

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