lunedì 1 marzo 2021
La Repubblica Domenicana annuncia una barriera lungo i 380 chilometri di confine con il Paese vicino, dilaniato dalla crisi politica ed economica
Il valico tra l'haitiana Ouanaminthe e la domenicana Dajabon

Il valico tra l'haitiana Ouanaminthe e la domenicana Dajabon - Reuters

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Un nuovo muro presto lacererà la geografia dell'America Latina. Il presidente della Repubblica Dominicana, Luis Abinader, ha annunciato la costruzione di una barriera fisica lungo tutti i 380 chilometri che separano il suo Paese da Haiti. Con l'obiettivo esplicito di fermare l'immigrazione irregolare e il traffico di droga. I lavori del "muro" dovrebbero iniziare nella seconda metà del 2021 e terminare nell'arco di due anni. Il flusso di haitiani verso la nazione vicina è storico. Si è, tuttavia, intensificato a partire dalla crisi dell'estate 2018, in seguito alla scoperta di un maxi scandalo di corruzione che ha ingoiato tre milioni di aiuti donati da Caracas tra il 2008 e il 2016 e ha coinvolto gli ultimi tre presidenti, incluso quello attuale Jovenal Moïse. Un'ondata di proteste ha sconvolto il Paese più povero dell'Occidente, raggiungendo il picco nell'autunno 2019. Nel corso di quell'anno, almeno 40mila persone hanno cercato riparo in Repubblica Dominicana, dove già vive mezzo milione di haitiani, circa il 5 per cento della popolazione. Nemmeno il Covid ha fermato la grande fuga. Da qui la mossa della nazione vicina che arriva a sorpresa. Lo scorso mese, la Repubblica Domenicana si era offerta di fornire un documento di identità agli irregolari haitiani presenti sul proprio territorio. Questo contraccolpo muscolare potrebbe essere un intento di controbilanciare l'apertura in un momento in cui la situazione nel vicino più povero peggiora ulteriormente. La rivolta contro il presidente
Moïse è riesplosa con forza: l'opposizione considera il suo mandato terminato e chiede nuove elezioni. Secondo l'ultimo rapporto, appena pubblicato dall'Onu, 4,4 milioni di persone avranno necessità di assistenza umanitaria per sopravvivere nei prossimi mesi. Nel mentre, come denunciato dalla Conferenza episcopale haitiana, l'insicurezza dilaga. «La vita quotidiana del popolo haitiano si riduce a morte, omicidi, impunità e insicurezza. Il malcontento è ovunque», hanno affermato i vescovi.

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