22 aprile 2012, l'uscita dal carcere di Trivandrum per incontrare i familiari
Solo nel dicembre del 2012 il governo italiano riesce a ottenere dall'Alta Corte del
Kerala un permesso di due settimane per i due militari italiani che
consente loro di trascorrere il Natale in Italia, con l'obbligo di
tornare in India alla scadenza del permesso. Tornano quindi a casa il
22 dicembre e vengono interrogati dal procuratore aggiunto di Roma
Giancarlo Capaldo. Il 3 gennaio 2013, alla scadenza del permesso,
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tornano in India, per poi
rientrare ancora in Italia alla fine di febbraio, quando ai due
fucilieri viene dato un permesso di 4 settimane in occasione delle
elezioni politiche.
Inizialmente il governo italiano sembra propenso a non
rimandare i due fucilieri in India ma poi la Presidenza del Consiglio dei
Ministri annuncia che sarebbero
tornati nel Paese asiatico. L'allora ministro degli Esteri Giulio
Terzi si dimette.
Il 16 dicembre del 2014 arriva il no della Corte Suprema indiana alle
istanze presentate dai marò, anche per quanto riguarda il possibile
rientro in Italia di Girone.Dopo mesi di schermaglie politiche e
diplomatiche, il governo italiano decide, il 26 giugno 2014, di fare ricorso all'arbitrato internazionale nel quadro della
convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
Con la decisione odierna la Corte Suprema indiana ha dato
urgente attuazione, come richiesto dall'Italia, alla decisione presa
il 29 aprile scorso dal Tribunale arbitrale de L'Aja, secondo cui il
fuciliere di Marina avrebbe dovuto attendere in Italia l'esito
dell'arbitrato in corso.
C'è il via libera della Corte Suprema di Nuova Delhi. La soddisfazione del ministro Pinotti. Tutte le tappe della vicenda. Renzi: sarà con noi alla festa del 2 giugno.
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