«Sono profondamente toccato dalla fiducia che avete riposto in me», ha esordito il primo sindaco musulmano della metropoli e delle capitali Ue «Voglio che ogni cittadino abbia le possibilità che questa città ha dato a me. Ha vinto la speranza contro la paura» LONDRA «Grazie Londra, grazie per aver reso possibile l’impossibile». Così, alle prime ore del mattino di ieri dopo una lunga maratona di conteggio di primi e secondi voti, Sadiq Khan ha salutato i cittadini londinesi. Il primo sindaco musulmano di Londra, il primo in realtà in tutta Europa, si è detto «profondamente toccato dalla speranza e fiducia che avete riposto in me». Con un totale di un milione e 310mila voti contro i 994.614 ottenuti dal suo avversario, il conservatore Zac Goldsmith, Khan è diventato il primo cittadino con il più vasto mandato personale nella storia della politica britannica. E la sua vittoria mette ora fine a otto anni di controllo conservatore del Comune di Londra guidato dal sindaco Boris Johnson. «Sono cresciuto a poche miglia da qui – ha continuato Khan dal podio di City Hall, sulle sponde del Tamigi – da genitori pachistani, in una casa popolare, e mai mi sarei sognato, quando ero piccolo, che un giorno sarei arrivato a tanto. Voglio ora che ogni londinese abbia le possibilità che questa città ha dato a me e alla mia famiglia». Era chiaro già dal pomeriggio di venerdì che il laburista Khan avrebbe battuto il rivale conservatore Zac Goldsmith e alla fine il suo trionfo è stato netto con il 56,8 per cento dei voti contro il 43,2 ottenuto dal Tory. Era chiaro anche dall’alta affluenza alle urne, il 46 per cento, la più alta a livello loca- le degli ultimi anni, che i londinesi non volevano farsi scappare l’occasione di scegliere un sindaco che li rappresentasse tutti in una città dove il 44 per cento della popolazione ha origini straniere. «Londra ha scelto l’unità contro la divisione. La speranza ha vinto sulla paura», ha sottolineato nel suo discorso inaugurale Khan riferendosi alla campagna del suo avversario che negli ultimi giorni aveva giocato sulla paura dei cittadini accostando Khan all’estremismo islamico. Una campagna che è stata criticata anche dalla sorella di Goldsmith Jemima: «Sono estremamente dispiaciuta – ha detto – che la campagna di Zac non abbia riflettuto in realtà la persona che conosco molto bene, un ambientalista, una mente indipendente e un politico con integrità ». La Goldsmith, il cui primo marito è l’ex giocatore di cricket e attuale politico pachistano Imran Khan, ha fatto poi le congratulazioni al nuovo sindaco chiamandolo «un grande esempio per i giovani musulmani ». È ovvio, ha continuato Khan nelle vesti di primo cittadino, che «la politica della paura non è benvenuta in questa città» e ha promesso di essere «un sindaco per tutti i londinesi ». Khan ha vinto proprio per questo, ci spiega Peter Goschalk, portavoce del gruppo per la difesa dei diritti umani Liberty, «perchè nonostante sia orgoglioso di essere musulmano e delle sue origini pachistane è felice di rappresentare tutti e di portare alta la bandiera della tolleranza». Per il giuramento nel suo nuovo ruolo da primo cittadino, non ha scelto una moschea ma una cattedrale cristiana, quella di Southwark, a pochi passi dalla City. «Il mio nome è Sadiq Khan e sono il nuovo sindaco di Londra», si è limitato a dire il parlamentare laburista davanti ai presenti. Il suo messaggio di tolleranza in una città dove vivono persone di tutto il mondo appartenenti a oltre venti religioni diverse, conclude Goschalk, «ha conquistato il cuore di questa capitale moderna che è abitata più da lavoratori umili e autisti di autobus come il padre di Khan che miliardari, businessman e aristocratici. E la sua promessa di voler rendere la capitale un posto più vivibile anche per i meno agiati affrontando innanzitutto il problema della carenza degli alloggi e dell’esclusione sociale, è rimasta credibile per tutta la campagna elettorale nonostante gli attacchi del suo rivale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA IL TRIONFO Sadiq Khan ha 45 anni, avvocato: è di fede islamica ed è nato in un’umile famiglia di origini pachistane
(Ansa/Ap)