Un blindato russo scorta un pullman di civili russi che vengono evacuati da Khartum, capitale del Sudan dove opposte fazioni combattono da tre settimane. Il Paese rischia il collasso - Ansa
In Africa, è guerra fra Russia e Occidente. Dal 2018, il Cremlino ha estromesso l’Eliseo dal suo “pre-carré” in Centrafrica, in Mali e in Burkina Faso. La vecchia armée, un tempo gendarme continentale, ha dovuto smobilitare. Là dove c’erano le sue basi, a Camp Kossei, Gao, Bamako, Sevaré, Mopti e Ouagadougou, sorgono oggi accampamenti russi. Solo Dakar, Abidjan, Libreville e Gibuti resistono ancora, insieme a N’Djamena e Niamey, fortini di jet, spie e commando francesi.
A un impero che finisce un altro subentra. «Fino al 2008 il capo degli 007 francesi si vantava di contatti quotidiani con i presidenti maliano e centrafricano». Oggi è in ritirata. Tramerebbe nell’ombra. Il suo ramo per le attività clandestine avrebbe riallacciato i contatti con i tuareg, armandoli e manipolandoli in funzione anti-russa. La dittatura maliana è furiosa. Parlando quasi fosse il Cremlino, Bamako ha esortato il Consiglio di sicurezza a riunirsi d’urgenza. Nel dispaccio ai diplomatici Onu, il ministro degli Esteri è stato lapidario: «Parigi sta fornendo esplosivi e intelligence agli insorti jihadisti». C’è forse la mano francese dietro la triplice autobomba appena esplosa a Sevaré, vicino a un avamposto russo? Non abbiamo certezze, ma la Francia avrebbe sete di vendetta. Non pensa minimamente ad arrendersi. La cellula africana dell’Eliseo è in riunione permanente. Confedera i migliori esperti del settore «N», dipartimento segreto incentrato solo sul Continente nero. Da lì partirebbero le direttive per il service action, il braccio armato degli 007, e per i militari. Molti i dossier sospetti.
Chi ha ucciso il presidente ciadiano, il 19 aprile 2021? La sua morte lascia interdetti. Il proiettile che ha ucciso l’uomo ha attraversato il petto e si è conficcato in un rene, seguendo una traiettoria dall’alto verso il basso. Dovrebbe esser stato sparato dall’alto, non dai ribelli del Fact. Da chi? Da un caccia? Forse francese? I jet di Parigi erano in volo sull’area degli scontri. Gli interrogativi si inseguono, perché Déby si stava avvicinando troppo ai russi ed era meno prono ai desiderata di Parigi. Non era più propenso a destabilizzare il Centrafrica per conto dei francesi.
Non sarebbe l’unico ad essere finito nel mirino. Poco tempo fa, Dimitrij Sytyi, uomo chiave dei russi a Bangui, è stato ferito gravemente da un pacco-bomba. Un regalo degli 007 francesi? Mosca ne è convinta.
In Africa, i servizi segreti francesi non sono mai andati troppo per il sottile. Durante la Guerra fredda, avevano stretto un patto di ferro pure con gli scherani della dittatura portoghese. Sobillarono attività sovversive ovunque ci fossero interessi russi da colpire. Loro armi arrivarono alla ribellione del Biafra nigeriano e agli indipendentisti katanghesi congolesi. E fu loro anche il colpo di stato contro il presidente guineano. Perché stupirsi se ancora oggi tutto avviene segretamente, con la sponda della Cia americana?
L’Africa è quasi un’estensione geografica del conflitto in Ucraina. Vi si scontrano appetiti inconciliabili. Dal 2014, Mosca è all’offensiva. Vi ha aperto più di 40 ambasciate. Coopera militarmente con 24 Paesi. Ne inquadra truppe. Ha consiglieri militari che siedono in consigli di difesa locali e mercenari. C’è una privatizzazione della guerra segreta, con basi in Madagascar, Pointe-Noire, Brazzaville e Mossaka. Paesi mai raggiunti dai sovietici stanno scivolando nell’orbita del Cremlino. Si pensi al Niger, al Centrafrica, alla Tanzania, allo Zambia, al Botswana, al Burundi, alla Guinea-Bissau, alla Sierra Leone e all’Eswatini. Ovunque pullulano diamanti insanguinati perché, con i mercenari della Wagner, arrivano società minerarie.
L’Occidente è in difficoltà. Per il magazine Politico, incontri segreti sarebbero in corso fra diplomatici statunitensi, europei e africani, per tentare di arginare i russi, all’opera anche in Sudan con traffici sospetti. Gli americani tentano l’impossibile. Puntano a “comprare” il Centrafrica, perché si liberi una volta per tutte dal giogo della Wagner. Dopo anni di disinteresse, hanno una strategia chiara. Hanno ripreso ad ospitare vertici bilaterali con l’Africa e, dal 2020, stanno tentando di espandere la rete militare, articolandola in due scacchieri d’intervento: Corno D’Africa, con Gibuti, il Kenya e la Somalia in testa; poi il Sahel, con siti ubicati in Camerun, in Ciad e in Niger. Ovunque hanno droni, agenti segreti e aerei spia. Ufficialmente per combattere i terroristi. Ufficiosamente per sorvegliare e circondare Wagner. L’impero occidentale contrattacca, per non consegnare a Mosca (e Pechino) un continente cruciale.