Un frame di un video di Al Jazeera sulle "Mother’s night patrol"
Di giorno insegnanti, operaie, casalinghe, di notte madri attive nelle ronde di quartiere. Accade a Rinkeby popoloso quartiere di Stoccolma, dove un gruppo di donne di origine migrante di prima, seconda e terza generazione ha deciso di attivarsi contro la criminalità che minacciano i loro figli. Sono le “Mother’s night patrol”. Vestite con ampi giacconi arancioni, queste donne sono impegnate nel pattugliamento del controverso quartiere dove molte di loro sono nate e cresciute e dove, dal 2014, manca una stazione di polizia. L’iniziativa ha preso vita nel 2016 dopo l’uccisione di diversi ragazzi per mano di altri giovani aderenti a baby gang, ma oggi si torna a parlarne perché queste madri chiedono aiuto, un aiuto che però sembra non arrivare. Il governo svedese, infatti, ha bocciato una proposta che prevedeva il potenziamento dei mezzi in mano alla polizia per il controllo dei quartieri difficili come Rinkeby.
Per queste madri significa continuare a lottare da sole contro qualcosa che è molto più grande di loro. Difficoltà che potrebbero crescere, come i consensi per il partito dell’ultradestra dei Democratici Svedesi (Ds) di Jimmie Akesson, dato oltre il 20% nei sondaggi a poche ore dalle elezioni di oggi in Svezia. Il quartiere di Rinkeby si è guadagnato una nomea negativa proprio a causa dell’alto tasso di criminalità che lo attraversa, con droga, furti, aggressioni mortali, sfruttamento della prostituzione. Tra il 2015 e il 2017 a Stoccolma sono state registrate 345 sparatorie a opera di gang, molte della quali hanno avuto luogo a Rinkeby, dove ormai da decenni convivono somali, eritrei, etiopi, cileni, siriani, turchi, pachistani e nordafricani.
Un concentrato di mondo dove le persone vivono come isolate dal resto della città, senza interazione con la popolazione locale di Stoccolma e quindi senza un senso di appartenenza e di identità. Tutti elementi che purtroppo, spesso portano i giovani a cadere nelle trame della criminalità organizzata e nelle reti del terrorismo, che fanno leva proprio sulle loro debolezze e danno loro un senso di importanza di cui hanno un disperato bisogno. Il passo successivo è renderli manodopera a basso costo per operazioni illegali. E loro madri lo sanno e per questo non vogliono restare a guardare, consapevoli che camminando di notte nel quartiere non fermeranno lo spaccio e gli altri crimini, ma almeno danno un segnale di presenza. Per molti Rinkeby è l’esempio della fallimentare politica di accoglienza e integrazione del governo svedese e anche per questo le “mamme delle ronde” si impegnano con coraggio, cercando di cambiare le cose dall'interno. Sulle loro spalle però, il carico è pesante. Diversamente da altre realtà operanti nel quartiere, le “Mother’s night patrol” non hanno alcuna sovvenzione statale e operano da volontarie, cercando un contatto con i giovani nelle strade e segnalando alla polizia situazioni rischiose.
La polizia, dal canto suo, ogni sabato si riunisce con loro per cercare di coordinare gli sforzi. Queste donne sanno che la società le biasima per la situazione nel quartiere, ma a loro volta le “mamme delle ronde” biasimano il sistema. È come un circolo vizioso che va fermato. Così di notte, in gruppi di tre o quattro, pattugliano campus scolastici, parchi, fermate dei mezzi, parcheggi. Lo fanno per i propri figli, ma anche per i propri nipoti che in quel quartiere stanno crescendo.