sabato 22 aprile 2023
A Tsyrkuny e Ruski Tyshky, agglomerati intorno a Kharkiv, i dispositivi anti-uomo sono stati seminati ovunque. «I russi sono ricorsi sia ai mezzi militari sia ai lanci dal cielo», spiega il sindaco
La fermata dell'autobus bombardata a Tsyrkuny, il villaggio delle mine vicino a Kharkiv

La fermata dell'autobus bombardata a Tsyrkuny, il villaggio delle mine vicino a Kharkiv - Gambassi

COMMENTA E CONDIVIDI

Poco prima delle undici del mattino cinque boati rompono il silenzio della campagna e della devastazione che l’esercito di Mosca si è lasciato dietro. Il rumore di terrore non è però quello dell’impatto dei missili che qui continuano ad arrivare da oltre il confine con la Russia, distante trenta chilometri. Ma dell’ennesimo carico di mine fatto brillare dietro la piazza centrale. «Accade due volte la settimana, sempre alla stessa ora. Così tutti sanno che non si tratta di razzi appena caduti. Ogni volta è come se facessimo un nuovo passo in avanti per provare a lasciarsi alle spalle una delle più subdole eredità che i russi ci hanno lasciato», spiega Mykola Sikalenko. È il sindaco dei “villaggi delle mine”, Tsyrkuny e Ruski Tyshky. Specchio di un’emergenza nazionale che fa dell’Ucraina il Paese più infestato di ordigni anti-uomo al mondo con il 40 per cento delle ventiquattro regioni contaminato.

Il camion anti-mine “Demining” del Servizio nazionale d’emergenza fra i villaggi di Tsyrkuny e Ruski Tyshky

Il camion anti-mine “Demining” del Servizio nazionale d’emergenza fra i villaggi di Tsyrkuny e Ruski Tyshky - Gambassi

L’ex capitale Kharkiv è a quindici chilometri. E un’unica strada la collega ai due abitati. Ai lati dell’asfalto le case ridotte a ruderi che si susseguono una dopo l’altra raccontano i cinque mesi di occupazione, da marzo a maggio dello scorso anno, e poi la ritorsione seguita alla liberazione che si è tradotta fino a settembre in una pioggia di bombe che «avevano un unico obiettivo: impedire alla gente di rientrare qui», afferma l’energico vice-sindaco Igor Cusmenko che nel 2014 era fuggito dal suo Donbass finito sotto i russi. «Qui mi ero rifatto una vita e ora devo ricominciare», confida. Secondo i calcoli del municipio, otto abitazioni su dieci sono state distrutte a Ruski Tyshky; e sei su dieci a Tsyrkuny. Un’ecatombe che fa pensare più a un terremoto che alla guerra.

Mykola Sikalenko, il sindaco dei “villaggi delle mine”, Tsyrkuny e Ruski Tyshky

Mykola Sikalenko, il sindaco dei “villaggi delle mine”, Tsyrkuny e Ruski Tyshky - Gambassi

Il tutto accompagnato dalle mine che «sono state seminate ovunque, ricorrendo sia ai mezzi militari, sia ai lanci dal cielo», spiega il sindaco. Muoversi fra i due villaggi significa trovarsi dentro una sorta di monopoli della morte: basta finire sulla casella sbagliata per saltare in aria. Come sa bene chi ha scelto di riappropriarsi delle case di famiglia o almeno di quello che resta, dopo la grande fuga che aveva fatto passare il numero degli abitanti dai 15mila del 2021 ai mille del periodo nero dell’assedio. «Una signora che dopo mesi da sfollata rimetteva piede nella sua abitazione – riferisce Sikalenko – ha aperto la porta ed è stata travolta dall’esplosione di una mina lasciata all’ingresso».

Igor Cusmenko, il vice-sindaco dei “villaggi delle mine”, Tsyrkuny e Ruski Tyshky.

Igor Cusmenko, il vice-sindaco dei “villaggi delle mine”, Tsyrkuny e Ruski Tyshky. - Gambassi

Il bilancio di morti e feriti cresce di settimana in settimana. Ogni giorno due squadre di artificieri si mettono a caccia di ciò che può uccidere. «Ciascuno dei 4mila cittadini che sono tornati è potenzialmente in pericolo», avverte il sindaco. Ne è consapevole Svetlana Naumenko, 53 anni, insegnante di matematica. La sua casa a Ruski Tyshky è stata rasa al suolo da «una bomba al fosforo», racconta. Ha vissuto per quattro mesi nelle cantine con quaranta vicini. Ora abita nella rimessa del suo giardino dove ha come letto un vecchio materasso e come cucina una stufa a legna. «Resto qui perché ho il mio orticello, ma non posso usare il campo: mi hanno detto che è pieno di mine». Sopravvive con quel poco che coltiva e con i pacchi di viveri che le porta suor Oleksia, la religiosa greco-cattolica di San Giuseppe che vive a Kharkiv e che nei villaggi viene chiamata la «benefattrice» dei poveri di guerra.

L'insegnante Svetlana Naumenko, 53 anni, davanti alla sua casa distrutta nel villaggio di Ruski Tyshky

L'insegnante Svetlana Naumenko, 53 anni, davanti alla sua casa distrutta nel villaggio di Ruski Tyshky - Gambassi

Tra i due paesi fa la spola un camion rosso e giallo con la scritta “Demining” del Servizio nazionale d’emergenza che censisce gli angoli a rischio. «È un segnale di fiducia», sostiene Sikalenko. Ma dice anche di un’operazione al limite dell’impossibile. «Perché tutto può nascondere una mina: l’erba di casa, il parco pubblico, la scuola. In una via abbiamo trovato mine a ogni metro: una follia», sottolinea Igor. Parla non in un ufficio del municipio che una bomba ha reso inagibile, ma davanti al centro culturale dove si fa la fila per ricevere gli aiuti umanitari.

Il municipio di Tsyrkuny colpito dai missili

Il municipio di Tsyrkuny colpito dai missili - Gambassi

«Ci vorranno anni prima che l’intero territorio comunale sia bonificato. Siamo un Comune rurale e la presenza di ampi appezzamenti complica tutto», ripete Sikalenko che è stato anche catturato dalle truppe del Cremlino e imprigionato. «Volevano che collaborassi e che consegnassi loro i paesi». Ora è il sindaco della ripartenza. Si comincerà ricostruendo il liceo bombardato. «Prima di essere distrutto era stato il quartier generale degli occupanti», chiarisce Igor. All’entrata ha sistemato ciò che i russi hanno lasciato fra le aule: scarponi, casse di munizioni, bottiglie di vodka. «E la loro moderna tecnologia», scherza mentre indica un pesante apparecchio per il puntamento datato 1960. Non sono solo le trincee a confermare come in Ucraina si sta combattendo una guerra tutta ancorata al passato.

Il liceo bombardato di Tsyrkuny

Il liceo bombardato di Tsyrkuny - Gambassi

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: