Il Comitato di controllo su Facebook ha confermato l'esclusione di Trump «ma non può essere per sempre» - Ansa
La decisione dell’Oversight Board di Facebook sul caso Trump contiene due notizie. La prima è che l’organo indipendente di vigilanza su Facebook e Instagram ha confermato «la decisione di Facebook del 7 gennaio 2021 di limitare l'accesso dell'allora presidente Donald Trump alla pubblicazione di contenuti sulla sua pagina Facebook e sul suo account Instagram».
Senza (forse) leggere la seconda parte della decisione, Trump è andato su tutte le furie e ha attaccato Facebook e Twitter (che l’ha estromesso a vita, senza possibilità di appello): «I social media hanno tolto la libertà di espressione. Sono una vergogna per il Paese e devono pagare un prezzo politico».
Prima di gioire o di urlare al complotto, aspettate di conoscere la seconda parte. Che peraltro contiene la notizia più importante. Per il Comitato indipendente di controllo – che è composto da 20 persone scelte e che ha come presidenti l'ex giudice federale statunitense ed esperto di libertà religiosa Michael McConnell, l'esperto di diritto costituzionale Jamal Greene, l'avvocato colombiano Catalina Botero-Marino e l'ex primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt – «Facebook non poteva imporre una sanzione perenne a Trump». E questo perché le normali sanzioni di Facebook non prevedono l’esclusione a vita dal social. Come ricorda il Comitato «includono la rimozione del contenuto violato, l'imposizione di un periodo di sospensione limitato nel tempo, o la disabilitazione permanente della pagina e dell'account».
Quindi? Facebook ha tempo sei mesi «per completare la sua revisione della questione» ma la sua decisione sul caso Trump dovrà essere in linea con quelle prese per tutti gli altri iscritti alla piattaforma. In pratica, l’Oversight board ha ricordato al social più grande del mondo (che con Facebook e Intagram raccoglie oltre 3,5 miliardi di persone) che le regole devono essere uguali per tutti gli utenti. Senza eccezioni di sorta.
Per questo il Comitato ha imposto all’azienda di «sviluppare politiche chiare, necessarie e proporzionate che promuovano la sicurezza pubblica e rispettino la libertà di espressione». Senza parteggiare per questa o quella parte.
La decisione dell’Oversight Board di Facebook arriva a poche ore dal lancio di una nuova sezione del sito di Trump che ricorda il profilo di un social. Ma è una mossa che sa tanto di propaganda. Uno dei problemi comunicativi di Trump non è tanto quello di comunicare con i fedelissimi (che lo seguirebbe ovunque) ma di riuscire a farlo con i simpatizzanti moderati. Che stanno sui social ma difficilmente si iscriveranno al suo sito.