mercoledì 3 luglio 2024
La Corte Suprema ha dichiarato «incostituzionale» a posteriori la norma varata nel 1948, e rimasta in vigore fino al 1996, che segnò almeno 25mila persone per «prevenire difetti genetici»
Il Giappone chiude il conto con la legge sulle sterilizzazioni eugenetiche

ANSA

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La Corte Suprema giapponese, che svolge anche la funzione di corte costituzionale, ha decretato a posteriori che era "incostituzionale" la legge sulle sterilizzazioni forzate che restò in vigore dal 1948 al 1996 e che segnò, in nome dell’“eugenetica", almeno 25.000 persone. Circa 16.500 persone furono obbligate a essere sterilizzate, e si trattava per lo più persone con disabilità intellettive ereditarie, per "prevenire la generazione di discendenti di bassa qualità". Almeno altri 8.500 giapponesi si fecero sterilizzare "volontariamente", ma, secondo gli avvocati, anche queste persone furono di fatto indotte.

La decisione della Corte Suprema nipponica, a quanto riferiscono i media locali, vuole chiudere una pagina dolorosa per il paese del Sol Levante. Tra il 1948 e il 1996 la legge sulla sterilizzazione, nota come "Eugenic Protection Law" (Epl) era stata concepita con l'obiettivo di prevenire la nascita di individui considerati portatori di "difetti genetici", e ha segnato una pagina oscura nella storia dei diritti umani del paese.

La Epl fu promulgata durante il periodo di ricostruzione post-bellica del Giappone. La norma prevedeva la sterilizzazione forzata di individui con disabilità mentali, fisiche o malattie ereditarie. La sua introduzione fu influenzata dalle teorie eugenetiche che, in quegli anni, godevano di una certa popolarità anche in altri paesi, come gli Stati Uniti e la Germania nazista.

La Epl aveva due obiettivi principali: migliorare la qualità genetica della popolazione e ridurre i costi sociali e assistenziali. Si credeva che eliminare la possibilità di riproduzione per coloro che avevano determinate condizioni genetiche avrebbe migliorato la salute complessiva della popolazione giapponese. Inoltre, sterilizzando gli individui ritenuti non idonei, si pensava di ridurre il carico economico sul sistema sanitario e sociale.

La legge permetteva sterilizzazioni sia volontarie che forzate. Tuttavia, molte delle sterilizzazioni eseguite furono forzate, spesso senza il consenso informato delle persone coinvolte. Le autorità sanitarie, medici e funzionari governativi avevano l'autorità di decidere chi dovesse essere sterilizzato.

Le conseguenze della legge furono devastanti per migliaia di individui. Molte persone furono sterilizzate senza che lo sapessero o contro la loro volontà, subendo gravi traumi fisici e psicologici. Nel corso degli anni, anche grazie all’impegno degli attivisti per i diritti umani, che denunciavano la violazioni dei diritti fondamentali e la mancanza di rispetto per la dignità umana, nel Paese le voci contrarie alla legge sono andate aumentando.

Negli anni '90, in seguito alla pressione internazionale e alle crescenti critiche interne, il governo giapponese incominciò a riconsiderare la Epl, fino all’abrogazione nel 1996. Nel 2019, il governo giapponese ha emesso una formale scusa pubblica e ha istituito un fondo di compensazione per le vittime delle sterilizzazioni forzate, riconoscendo gli errori del passato e il danno causato.

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