Il presidente eletto Donald Trump: a Kiev si attende il suo insediamento - Reuters
«Non credo sia una “polpetta avvelenata” di Biden. Trump dovrà dimostrare che è un negoziatore coriaceo» osserva Arduino Paniccia, presidente dell’Asce di Venezia, commentando il “passaggio di consegne” tra Biden e Trump carico di mosse strategiche. E di risposte immediate di Mosca. «Biden – prosegue Paniccia – indica degli obiettivi che Trump potrà limare, ma che definiscono il modus operandi: è difficilissimo che un'amministrazione ripudi in poche settimane quanto fatto prima e anche Trump sarà vincolato entro questi paletti. L'obiettivo di Biden è molto chiaro: non lasciare l'Ucraina indebolita nel momento in cui dovrebbe andare alle trattative. E alcuni Paesi europei si sono immediatamente rischierati
Andare alla trattativa. Ma il cambio di leadership alla Casa Bianca cosa implica?
Biden spera che Zelensky possa presentarsi ancora abbastanza forte al negoziato e possa, tenendo anche il territorio del Kusk, combattere pure i coreani. Trump, probabilmente, è più pronto a lasciare molto più territorio ai russi – 120mila chilometri quadrati conquistati in questo momento, compresa la Crimea – ed è favorevole a creare una fascia demilitarizzata alla coreana. Una posizione più aperta alla trattativa di quella che potrebbe avere Zelensky.
Che vorrebbe avere il Kusk come moneta di scambio da portare al negoziato. Ma come aprire una trattativa dopo un mille giorni di stallo?
Occupare territorio russo, le dimensioni della fascia smilitarizzata, cui abbiamo accennato, sono elementi di una trattativa. Ma ci sono punti ancora più importanti che entreranno nel negoziato. Il primo, dirimente, è la Nato: Mosca ha fatto la guerra per impedire l’ingresso di Kiev nell’Alleanza, ma l'Ucraina per stare fuori dall’Alleanza avrà bisogno di garanzie. Chi le porterà, e il come, implica una trattativa enorme, complessa e nella quale l'Ucraina potrà giocare ancora un ruolo. Una adesione dell’Ucraina alla Nato andrà rinviata, ma se Kiev entra nell'Ue ci sarà un interessamento dell’Osce. Altro ancora se si arriverà a una costituente internazionale che promana dal Consiglio di sicurezza Onu. Comunque la Russia rifiuterà categoricamente un ingresso dell'Ucraina nella Nato, ma delle garanzie all'Ucraina sono indispensabili e decisive perché, diversamente, l'Ucraina non sarebbe più uno Stato sovrano.
Usa e alleati della Nato hanno sempre ribadito di voler stare, fino all’ultimo, al fianco dell’Ucraina. Ma c’è un piano negoziale che possa dirsi tale?
L’utilizzo degli Atacms impedirà alla Russia di dare la spallata durante l'inverno: non c’è una soluzione militare del conflitto. Lo ripeto da quasi tre anni. L'unica soluzione è quella diplomatica, con un negoziato che non sarà solo tra Russia e Ucraina, ma coinvolgerà le potenze che appoggiano le due parti. Trump dice: dobbiamo andare a un negoziato, Putin dice: andiamo a un negoziato purché non si tocchino le conquiste territoriali. Perfino Zelensky ha detto che nel 2025 si deve fare l’accordo.
Ma Trump ha dimostrato di non avere nessuna fiducia negli organismi internazionali, è molto critico verso la Nato ed esprime una cultura politica isolazionista...
Penso che Trump accetterebbe un maggior ruolo negoziale dell'Europa, in cambio di mettere molti, molti soldi: fare entrare l'Ucraina nell'Unione Europea invece che nella Nato, per poi finanziare la ricostruzione. Il problema è se l'Europa di oggi è in grado di prendersi una responsabilità di questo genere. D'altra parte la nuova frontiera passa per l'Europa, quindi l’Ue non può pensare di cavarsela facendo finta di nulla e lasciando fare tutto agli Usa. Comunque nella precedente presidenza Trump ha preso decisioni strategiche, a cominciare dai Patti di Abramo, e ora non può far vedere al mondo. Trump è imprevedibile, ma dopo aver incontrato Biden, dopo gli ultimi annunci è stato zitto.