martedì 26 dicembre 2017
Kuczynski è scampato in Aula alla destituzione grazie agli aiuti dei sostenitori dell'ex leader deposto per violazioni sui diritti umani. La gente protesta. Tra un paio di settimane la visita del Papa
la gente in piazza a Lima contro il deposto presidente Fujimori accosa anche di violazioni dei diritti umani (Ansa)

la gente in piazza a Lima contro il deposto presidente Fujimori accosa anche di violazioni dei diritti umani (Ansa)

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Non è stato un Natale sereno per il Perù. Da tre giorni, il Paese è scosso dalle proteste. Tutto è cominciato il 24 dicembre quando, mentre il Paese si preparava a festeggiare la “Nochebuena”, la vigilia, il capo di Stato Pedro Pablo Kuczynski ha firmato il decreto che concede l’indulto, per ragioni umanitarie, a Alberto Fujimori, ex presidente-dittatore, in carcere per crimini contro l’umanità.

La misura, in realtà, era stata decisa tre giorni prima, giovedì 21 dicembre, il giorno in cui Kuczynski ha rischiato l’impeachment per il coinvolgimento in uno scandalo di corruzione, proprio su richiesta di Keiko Fujimori, figlia del leader imprigionato e capo dell’opposizione. A salvare Kuczynski, sono stati i dieci voti imprevisti di altrettanti deputati “fujimoristi”.

Il Perù vive una delle peggiori crisi politiche dalla fine del conflitto civile con la guerriglia pseudo maoista di Sendero Luminoso, nel 2000, a tre settimane dal viaggio di papa Francesco che si recherà nel Paese dal 18 al 21 gennaio. Proprio le repressioni indiscriminate ai danni della popolazione rurale durante quell’epoca di violenza costarono la reclusione di Fujimori.

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