Gloria Trevisan, 27 anni, e Marco Gottardi, 27 anni, dispersi nell'incendio della Grenfell Tower
Si aggrava di ora in ora il bilancio del devastante incendio di ieri a Londra. Il numero dei morti è salito a 17, comunica la polizia metropolitana di Londra. Ma dato il considerevole numero di dispersi (manca una cifra ufficiale), le vittime potrebbero essere decine. Le operazioni, ha detto il comandante della polizia Stuart Cundy, potrebbero durare «settimane». I vigili del fuoco non possono entrare nell'edificio per il rischio di crolli.
Un inferno di cristallo. Erano dodici ieri sera i morti confermati nell’incendio che per ore ha devastato un grattacielo di Londra, il Grenfell Tower di North Kensington, divampato nella notte tra martedì e mercoledì. Ma il numero delle vittime, hanno dichiarato sia il sindaco di Londra Sadiq Khan sia la polizia, è destinato ad aumentare. Tra i molti dispersi c’è anche una coppia di fidanzati italiani 27enni, Gloria Trevisan e Marco Gottardi, entrambi veneti. I due abitavano all’ultimo piano del grattacielo. Più di settanta persone sono state ricoverate in diversi ospedali di Londra e almeno una ventina di loro si trovano in condizioni critiche.
Nel grattacielo di 24 piani abitavano circa seicento persone ed è molto probabile che quelle che risiedevano agli ultimi tre piani, ha dichiarato ieri un leader della comunità coinvolto nelle operazioni di soccorso, non siano sopravvissute. «Nella torre – ha riferito Beatrice Antonini dell’agenzia immobiliare Real Estate Genius – abbiamo cinque appartamenti affittati e alcuni clienti sono italiani».
Durante il rogo si sono viste scene drammatiche, tra cui quella di un bambino gettato dal decimo piano e miracolosamente salvato da un soccorritore. E tanti che cercavano di salvarsi hanno costruito corde con le lenzuola e si sono calati dalle finestre mentre altri, intrappolati nei loro appartamenti, sventolavano asciugamani bianchi e facevano segnali con torce e telefonini. Più di duecento vigili del fuoco si sono recati subito sul luogo, appena sei minuti dopo la prima chiamata, molti altri sono giunti in seguito, per cercare di tenere a bada il rogo ma c’è voluta quasi tutta una notte per spegnere le fiamme mentre una nuvola di fumo calava su Londra.
Nel giro di quindici minuti, ha detto una residente, tutto il palazzo è andato in fiamme: «Si è acceso come una scatola di fiammiferi». Molti degli abitanti hanno confermato che nessuno dei sistemi anti incendio funzionava correttamente e che l’unica scala che collega i piani era completamente bloccata. Una situazione che gli inquilini avevano fatto notare alla compagnia che gestisce l’edificio, la Kctmo, un allarme però ignorato. La tragedia, dunque, secondo gli inquilini poteva essere evitata.
Lo scorso novembre alcuni dei residenti avevano scritto in un blog: «Solo un grande incendio nel grattacielo, con conseguenze devastanti, dimostrerà le vostre responsabilità», riferendosi a lavori effettuati dalla società che gestisce l’immobile e citando, tra l’altro, pericolosi difetti nell’impianto di cablaggio dell’edificio, nel sistema anti-incendio e nelle uscite di sicurezza, dopo un rogo scoppiato nel 2013 che, si sottolineava nel blog, «poteva essere devastante».
Dopo le prime operazioni di soccorso dei vigil del fuoco, che sono stati dei «veri eroi», ha commentato il sindaco Khan, la polizia ha circondato la zona con cordoni di plastica per timore che il palazzo crollasse da un momento all’altro.
Ieri sera, dopo una giornata di speculazioni, non era ancora certa la causa del rogo: si è parlato di un possibile corto circuito anche se la tesi più insistente era quella del malfunzionamento di un frigorifero.
«Sono profondamente rattristata », ha detto la premier Theresa May. «Sono molte le domande che attendono risposta», ha sottolineato il sindaco Khan.