L’ambasciatore pachistano in Italia, Jauhar Saleem - .
«La situazione in Afghanistan è stata ampiamente riportata dai media internazionali e c’è stata molta enfasi sugli sfollati interni o su coloro che desiderano lasciare il Paese. Forti le apprensioni per una massiccia ondata di profughi nelle contee limitrofe. Finora non è successo. Abbiamo il confine più lungo con l’Afghanistan e non abbiamo visto il tipo di emergenza migratoria che i media hanno proiettato negli ultimi giorni». Non è ancora emergenza, assicura l’ambasciatore pachistano in Italia, Jauhar Saleem, ma è inevitabile guardare a quei 2.600 chilometri che delineano il limite dell’Emirato islamico con il resto del mondo.
Ambasciatore Jauhar Saleem, quali sono le capacità di accoglienza del suo Paese?
Ospitiamo milioni di rifugiati afgani dalla fine degli anni ’70: ora sono molto al di sotto del picco, ma il loro numero è ancora vicino a 4 milioni. Il Pakistan non è un Paese ricco, eppure da decenni sosteniamo un numero così alto di rifugiati. Non abbiamo le capacità di accogliere altri rifugiati e speriamo che tale eventualità non si verifichi. Ricorderete che quando i Paesi dell’Ue hanno ricevuto un paio di milioni di rifugiati siriani, è diventato un enorme problema politico. Noi abbiamo avuto a che fare con numeri maggiori e non abbiamo fatto ricorso ad evacuazioni forzate. Ciò che vogliamo, piuttosto, è un ritorno dignito- so per i rifugiati che vivono ancora in Pakistan.
Si parla di una iniziativa internazionale, che potrebbe venire concordata dal G20 straordinario sull’Afghanistan, ora a presidenza italiana. Il 15 agosto, quando Kabul cadde, il premier pachistano Imran Khasn ha detto: «Il popolo afghano ha finalmente rotto le catene della schiavitù». Quindi il nuovo potere dei taleban per il governo di Islamabad è affidabile?
Sì, si è parlato di un vertice straordinario del G20 sull’Afghanistan e siamo stati informati dell’iniziativa che l’Italia, in qualità di presidente del G20. Penso che le prossime due settimane saranno importanti per determinare la forma che prenderà questa idea. I piani per l’assistenza umanitaria all’Afghanistan richiederebbero un impegno con i taleban ed abbiamo già sottolineato la necessità che la comunità internazionale rimanga impegnata con l’Afghanistan per il bene del po- polo afghano. Questo impegno potrebbe essere più produttivo se la comunità internazionale potesse sviluppare un approccio comune. Quanto alla dichiarazione del presidente del consiglio, è citata in modo errato e fuori contesto. Il premier stava parlando di una sessione sul curriculum nazionale unificato e parlava solo in quel contesto. Finora i taleban hanno rilasciato alcune dichiarazioni positive, in base alle quali si sono impegnati a un’amnistia, un assetto politico inclusivo, alla protezione dei diritti umani, alla protezione dei diritti delle donne e a garantire che il suolo afghano non venga utilizzato per danneggiare nessun altro Paese, concedendo rifugio a militanti o gruppi terroristici. Ci auguriamo che mantengano le loro parole e difendano gli interessi del popolo afghano.
L’arrivo di un gruppo di profughi afghani a Chaman, in Pakistan - Reuters
Sono noti i legami storici tra i servizi segreti pachistani (Isi) e i taleban. Sabato il generale Faiz Hameed, comandante dell’Isi, era a Kabul. Il Pakistan è uno degli interlocutori privilegiati dei nuovi dirigenti di Kabul: quali le richieste del suo governo ai taleban?
I legami storici tra Pakistan e Afghanistan sono ben noti e negli anni abbiamo avuto a che fare con tutti i governi di Kabul. Sono molti i Paesi che hanno mantenuto i canali di comunicazione con i taleban. Allora perché solo i nostri canali di comunicazione con i taleban sono visti con sospetto? Come è successo in passato quando abbiamo contribuito a facilitare il dialogo tra gli Stati Uniti e i taleban, continueremo a sostenere l’impegno della comunità internazionale con l’Afghanistan. Quanto a quello che ci aspettiamo dalla leadership taleban, non è niente di diverso da quello che chiede loro la comunità internazionale: che mantengano i loro impegni citati nei loro annunci positivi.
Pensa che una iniziativa del G20 possa aiutare a stabilizzare la regione e limitare una catastrofe umanitaria?
Sarebbe utile qualsiasi iniziativa internazionale che possa favorire un impegno coordinato con l’Afghanistan da parte della comunità internazionale. Il G-20 è un forum importante. La presidenza italiana del G-20 potrebbe aiutare a sviluppare un approccio comune per fornire l’assistenza umanitaria tanto necessaria al popolo afghano. L’idea di un Vertice speciale sull’Afghanistan potrebbe essere molto utile in questo senso.