La principessa Mako e il marito Kei Komuro hanno letto solo una breve comunicazione ai media giapponesi - Ansa
Con una cerimonia asettica, seguita da una breve comunicazione dei nuovi sposi e la distribuzione alla stampa delle risposte a cinque domande selezionate in precedenza, la principessa Mako e il suo fidanzato di origini borghesi, Kei Komuro, non più incontrato dalla sua partenza per gli Stati Uniti nel 2018 per gli studi di Legge e rivisto solo la settimana scorsa, si sono uniti ieri in matrimonio a Tokyo.
La decisione di evitare il confronto diretto con i mass media era arrivata nella notte di lunedì, motivata con il «profondo senso di ansia» della nipote dell’imperatore Naruhito, trentenne come il marito, che non ha nascosto le difficoltà dovute alla vicenda legale e finanziaria che da tempo ha toccato la famiglia di Komuro. Ma anche per le conseguenze della decisione di prendere in sposo un uomo estraneo all’aristocrazia, che ha comportato la decadenza da ogni beneficio appannaggio della famiglia imperiale. Da parte sua, sollecitata anche dal padre, il principe ereditario Fumihito, Mako ha rinunciato all’equivalente di una cifra superiore a un milione di euro che le sarebbe spettata una tantum a carico dei contribuenti.
Già ieri, salutata la famiglia nella residenza di Akasaka e si è trasferita nel condominio dove risiederà temporaneamente in vista del trasloco a New York per seguire il marito impiegato in uno studio legale. Da oggi, con la registrazione della sua cancellazione dal lignaggio imperiale che la tradizione fa risalire a oltre 2.600 anni fa, Mako Komura sarà una cittadina comune. Una favola all’inverso che ha intrigato i giapponesi e sollevato, ancora una volta, il problema delle regole della casa imperiale che richiedono alle donne che scelgano di sposare un non aristocratico di uscirvi. Una situazione per molti anacronistica che si è ripetuta più volte. Non il contrario, tuttavia, dato che la stessa consorte di Naruhito, l’imperatrice Masako, è di origine borghese.