L'imperatore Akihito (a destra) e l'erede al trono, il principe Naruhito (ANsa/Ap)
L’approvazione venerdì da parte del governo giapponese della legge speciale che consentirà all’83enne imperatore Akihito di abdicare apre una pagina nuova e sicuramente complessa della quasi ininterrotta storia del stirpe imperiale, che secondo la leggenda risale al VI-VII secolo avanti Cristo, al mitico Jimmu Tenno. Il provvedimento è stato trasmesso al Parlamento che dovrà approvarlo entro la fine della sessione in corso, ovvero entro giugno. L'attuale esecutivo prevede l'effettivo passaggio dei poteri nel dicembre del 2018, quando l'imperatore avrà compiuto 85 anni, mentre il periodo del nuovo regno, abitualmente designato con un nome speciale scelto dallo stesso sovrano, inizierà il primo gennaio del 2019. L'era corrente è la Heisei (Pace ovunque), e ha avuto inizio il giorno in cui Akihito si è insediato l'8 gennaio 1989. La legge ratificata dalla Dieta giapponese esprime sentimenti di “indulgenza e umanità” per l'avanzata età dell'imperatore, considerando la sua apprensione a non poter assolvere i suoi compiti e assumere incarichi di responsabilità importanti.
Erede designato, il figlio maggiore Naruhito, 57enne, ma oltre lui la successione diventa problematica, dato che dei 19 membri riconosciuti della casata imperiale, solo sette hanno meno di 30 anni e solo cinque sono maschi. A accentuare la preoccupazione dei sudditi, la notizia dell’inizio settimana del fidanzamento di Mako, la maggiore tra le nipoti dell’imperatore, con un borghese. Fatto questo, che al matrimonio la estrometterà dal lignaggio imperiale. Quella della successione esclusivamente per linea maschile, con rarissime eccezione nella storia, è una questione spesso dibattuta. Se infatti, come in diversi casi, incluso Akihito, il matrimonio con una donna di origini non nobili consente di integrarla nella famiglia, questo non accade con sposi maschi.