Ansa
La Francia ha lanciato operazione "salviamo le feste", mentre la Svizzera, prima al mondo, domenica andrà alle urne per un referendum sul green pass.
Cominciamo dalla Franca. Il ministro della Salute francese Olivier Veran presenterà in conferenza stampa la campagna del governo per contrastare la nuova ondata di Covid-19. Lo ha affermto il portavoce del Governo Gabriel Attal, secondo quanto riportato dal quotidiano Le Monde, precisando che "la sfida è proteggere i francesi", "consolidando i nostri risultati e rafforzando la nostra organizzazione in modo da salvare le feste di fine anno e superare l'inverno nel miglior modo possibile".
L'obiettivo dell'azione di governo, proprio come l'anno scorso di questi tempi anche se le condizioni sono molto diverse soprattutto negli ospedali, è "salvare le feste di fine anno", ha precisato Attal. "Dobbiamo proteggere i francesi di fronte all'ondata - ha spiegato il portavoce del governo francese - consolidando quanto acquisito e rafforzando la nostra organizzazione in modo da salvare le feste di fine anno e attraversare nel modo migliore l'inverno".
Nel Consiglio dei ministri "sono stati adottati orientamenti chiari" attorno a tre principi, ha precisato Attal: il "rafforzamento" del distanziamento sociale, "dell'uso delle mascherine all'interno e all'esterno, il ricambio d'aria e tutte quelle misure che consentono di proteggerci dai contagi"; il "rafforzamento" del 'pass sanitaire', il green pass francese, "imponendo più limitazioni per i non vaccinati che per i vaccinati", d'accordo "con le imprese e i luoghi aperti al pubblico". Senza green pass, ha ribadito Attal, "vista la dinamica attuale dei contagi, sarebbe stato improbabile poter continuare ad andare al cinema, a teatro, al ristorante".
Resteranno esenti per ora da nuove misure i comizi politici in questi cinque mesi di campagna elettorale: "C'è una decisione del Consiglio costituzionale secondo la quale non si può condizionare l'accesso a un comizio al green pass".
L'obiettivo che si è dato il governo di Parigi è sempre quello di "non tornare a limiti di accesso e ancora meno a chiusure, coprifuoco o chiusure nel nostro paese"; infine, "l'accelerazione della campagna di richiami vaccinali": Attal ha annunciato che il governo "lavora con le autorità locali per far girare a massimo regime centri per la vaccinazione e garantire che su tutto il territorio i francesi abbiano accesso al vaccino e ai richiami". Il portavoce del governo francese ha spiegato anche che "attualmente la situazione è ancora relativamente contenuta per quanto riguarda gli ospedali" e che "si può ancora evitare il travolgimento".
Nel contempo va ricordato che il numero di classi nelle scuole che sono state chiuse a causa dell'epidemia di Covid-19 è risalito ulteriormente in Francia nell'ultima settimana e ha toccato il record dall'inizio dell'anno scolastico a settembre. Secondo quanto riferito dal ministro dell'Istruzione, Jean-Michel Blanquer, il numero di classi chiuse è passato a 6mila contro le circa 4mila conteggiate venerdì scorso. Si tratta, "in particolare, di classi di scuola elementare in cui usiamo i test salivari", ha precisato il ministro,aggiungendo: "Nel momento in cui vi parlo sono 6mila le classi chiuse e ricordo che lo scorso anno, al picco dell'epidemia,quando riuscivamo comunque a mantenere le scuole aperte, eravamo a 12.000 classi chiuse".
Per la Francia, si tratta di un nuovo record negativo. Venerdì scorso, le classi chiuse erano state 4.048, lo 0,8% del totale del Paese. Il precedente record era del 16 settembre, quando furono 3.300 le classi lasciate a casa.
La Svizzera vota sul green pass
Contestato nelle piazze di mezzo mondo, il Green pass sarà al centro del referendum che si svolgerà domenica prossima in Svizzera. Il 28 novembre, fatto unico al mondo, l'elettorato elvetico si pronuncerà infatti sulle ultime modifiche alla legge per la lotta al Covid, tra cui c'è l'introduzione del pass sanitario.
Stando agli ultimi sondaggi, le nuove norme dovrebbero superare lo scoglio delle urne ed essere approvate dal 61% dei votanti. È la seconda volta che gli svizzeri votano sulle misure sanitarie adottate per far fronte alla pandemia: lo scorso 13 giugno una prima versione dalla legge era già stata sottoposta al voto popolare, ma allora non c'era ancora il Green pass. Oltre il 60% dei votanti si pronunciò a favore.
Domenica prossima gli elettori sono chiamati ad esprimersi sulle modifiche della legge, approvate in marzo e nuovamente contestate da un referendum.
In Svizzera un referendum può essere lanciato raccogliendo almeno 50.000 firme. La votazione contro le nuove misure anti Covid è stata promossa da comitati referendari senza affiliazione politica, secondo i quali il green pass discrimina i non vaccinati e il tracciamento dei contatti consente "una sorveglianza di massa".
Rispetto alla votazione sulla legge Covid in giugno, il clima appare decisamente più teso. Personalità politiche, tra cui il ministro della Sanità Alain Berset, sono state prese di mira dai no vax e le manifestazioni contro le misure sanitarie si moltiplicano.
In Svizzera il certificato Covid è obbligatorio per accedere a ristoranti, strutture culturali e altre manifestazioni o attività al chiuso. Il Paese registra un tasso di vaccinazione inferiore a quello di altri Stati europei, pari al 65% della popolazione, e le nuove infezioni quotidiane sono in crescita e si aggirano intorno alle 6.000.