Controlli sanitari a Goma (Ansa)
L'ebola è arrivato fino alla zona orientale della Repubblica democratica del Congo, nella terza città del Paese, e ora si valuta lo stato di emergenza internazionale. Fino ad ora, Goma, capoluogo della provincia di Nord Kivu da un milione di persone, a circa 350km dall'epicentro dell'epidemia, era rimasta immune ma adesso si è registrato il primo preoccupante caso.
Il capo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha intenzione di riconvocare il comitato di esperti delle Nazioni Unite per valutare se l'epidemia di ebola in Congo richieda o meno di essere dichiarata un'emergenza internazionale. "Ho deciso di ricontattare il comitato di emergenza il più presto possibile per valutare la minaccia e raccomandarmi di conseguenza", ha detto in una riunione convocata a Ginevra.
Fino ad oggi quasi 2.500 persone sono state contagiate nel focolaio in corso, di cui 1.665 sono morte. Il comitato si è già riunito tre volte e ha deciso di non dichiarare l'epidemia come un'emergenza internazionale. Il primo caso di Ebola nella città di Goma, tuttavia, "è uno sviluppo molto preoccupante" che rappresenta una potenziale "svolta nel gioco", ha detto Tedros. "Abbiamo a che fare con uno dei virus più pericolosi del mondo in una delle aree più pericolose del mondo", ha spiegato.
A questo si aggiunge il fatto che, da gennaio, l'Oms ha registrato 198 attacchi contro strutture e operatori sanitari, in cui sono rimaste uccise 7 persone, di cui due proprio ieri. "Oltre a ciò, la sfiducia della comunità, l'instabilità politica e la diffusione di disinformazione sono state grandi barriere", ha sottolineato Tedros. Tutte queste sfide rendono l'epidemia "una delle più complesse emergenze umanitarie mai affrontate, e questo focolaio diverso e ancor più complicato di quello dell'Africa occidentale".
Per fronteggiare l'emergenza, su impulso della Vice Ministra agli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Emanuela Del Re, l'Italia invierà un ulteriore contributo finanziario di 300.000 euro. Il contributo andrà a sostegno delle operazioni di assistenza sanitaria che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta mettendo in campo nelle regioni del Nord Kivu e Ituri della Repubblica Democratica del Congo (trattamento sanitario, vaccinazioni, sepolture "sanitizzate") e si colloca in continuità con il sostegno che la Cooperazione Italiana ha assicurato per la risposta ad Ebola fin dallo scoppio dell'epidemia nel luglio dello scorso anno.