sabato 23 giugno 2018
Le scuse non bastano. Il capo della comunicazione, Jonathan Friedland, è stato costretto a lasciare dopo aver usato per due volte in riunioni di lavoro la parola che ha un pesante significato razzista
Jonathan Friedland (a sinistra) e l'amministratore delegato e fondatore di di Netflix, Reed Hastings

Jonathan Friedland (a sinistra) e l'amministratore delegato e fondatore di di Netflix, Reed Hastings

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Il capo della comunicazione di Netflix, Jonathan Friedland, è stato costretto a dimettersi dopo aver usato per due volte nel corso di riunioni di lavoro la parola "negro", considerata razzista e discriminatoria negli
Usa e tabù al punto da essere innominabile: a questo termini ci si riferisce in pubblico dicendo "la parola N". "Lascio Netflix dopo 7 anni. I capi devono essere irreprensibili nel dare l'esempio e purtroppo non sono stato all'altezza quando sono stato insensibile parlando con il mio staff delle parole che possono essere offensive in una commedia", ha scritto Friedland su Twitter, dove ha anche assicurato di "sentirsi malissimo per il disagio causato dal lapsus alle persone della società che amo e dove desidero che
ognuno si senta incluso e apprezzato".

In un memo al personale, l'amministratore delegato di Netflix, Reed Hastings, ha congedato così il dirigente: "Jonathan ha dato un contributo in molte aree, ma il suo uso descrittivo della parola N in almeno due occasioni sul lavoro ha mostrato una consapevolezza razziale inaccettabilmente bassa e non in linea con i valori della nostra società".

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