Il Koh-i-Noor è stato smontato dalla corona della regina Camilla prima della cerimonia di giuramento di Carlo - Ansa
New Delhi si appresta a chiedere ufficialmente a Londra la restituzione del Koh-i-Noor, uno dei diamanti più preziosi del mondo. La pietra da 105 carati, il cui nome significa “montagna di luce”, fu estratta in India nel XIII secolo. Giunse nel Regno Unito nel 1849 per mezzo della Compagnia delle Indie orientali. Secondo i britannici fu donato alla regina Vittoria dall’imperatore sikh, il Maharaja Duleep Singh, che all’epoca aveva dieci anni. Gli indiani raccontano, invece, che sarebbe stato estorto per mezzo di un trattato imposto a sancire la rinuncia al diamante e alle terre del regno di Lahore.
Da quasi due secoli fa parte dei gioielli della famiglia reale. Vessillo del dominio coloniale britannico, è stato incastonato sulla corona della regina Alexandra agli inizi del Novecento e indossato, da allora in poi, da tutte le regine salite al trono. Anche Camilla, la moglie di re Carlo, avrebbe dovuto farne sfoggio all’incoronazione del 6 maggio. Buckingham Palace, temendo un incidente diplomatico, ha però deciso che non era il caso. L’India ne sollecita invano la restituzione dall’indipendenza del 1947.
Il premier indiano Narendra Modi ne ha fatto una priorità del governo nazionalista. La sua strategia sarebbe discutere il rimpatrio del diamante, e di altri preziosi manufatti, nell’ambito di colloqui di natura commerciale. Una leva per rendere più efficaci gli sforzi diplomatici. Una grana non da poco per il premier britannico Rishi Sunak, il primo di origine indiana. Per rendere all’India i gioielli e le opere d’arte che reclama sarebbe necessario non solo l’autorizzazione di re Carlo ma anche un passaggio normativo al Parlamento. La controversia non è la prima del genere nel Regno Unito. Da anni la Grecia rivendica a vuoto il rimpatrio dei marmi di Elgin esposti al British Museum.