Una doma ferita nell'attentato di domenica a Kizijar, in Daghestan, visitata dai medici (Ansa)
Cinque persone hanno perso la vita e altre quattro, tra cui due agenti di polizia, sono rimaste ferite quando uno sconosciuto domenica ha aperto il fuoco davanti alla parrocchia di San Giorgio a Kizljar, nella Repubblica russa del Daghestan. Le vittime sono tutte donne. Secondo le ricostruzioni dei media locali l'uomo ha sparato ai fedeli che stavano uscendo da una chiesa ortodossa dopo una funzione serale in occasione del Maslenitsa, l'antica festa tradizionale russa, analoga al carnevale italiano, che segna l'inizio della Quaresima peri cristiani ortodossi russi. L'aggressore è poi stato ucciso dalla polizia dopo un conflitto a fuoco, ha riferito l'agenzia di stampa russa Tass, aggiungendo che per la sparatoria ha usato un fucile da caccia.
Durante la notte tra domenica e lunedì il Daesh ha rivendicato l'attacco. "Un soldato dell'Islam, Khalil Daghestani, ha attaccato una chiesa nella città di Kizlyar, nel Daghestan "L'aggressore era un uomo locale poco più che ventenne. Il ministero regionale degli Interni ha dichiarato che l'uomo ha usato un fucile da caccia e che quattro donne sono state uccise sul posto, mentre l'aggressore è stato "eliminato". Una quinta donna è morta poi in ospedale per le ferite riportate, secondo il ministero della Sanità.
L'uomo che ha compiuto un attacco in una chiesa ortodossa nella repubblica russa del Daghestan, nel quale sono rimaste uccise cinque donne, non ha alcun legame con l'Islam. Lo ha affermato il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov. "Si può dire concertezza che l'aggressore e i suoi sostenitori, nel caso ne avesse, non hanno alcun legame diretto o indiretto con l'Islam", ha scritto Kadyrov su Telegram." Il Caucaso del Nord è sempre stato una regione di stretta cooperazione e comprensione reciproca tra musulmani e cristiani, quindi oggi è nostro dovere scoraggiare gli assalti dei nemici della Russia", ha aggiunto. Secondo Kadyrov, è importante scoprire chi ha incoraggiato l'uomo a portare a termine l'attacco.
Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, ha definito l'assassinio di fedeli cristiani in Daghestan un "crimine cinico e terribile". "L'uccisione di persone innocenti sulla soglia della chiesa è un crimine cinico e terrible, che non ha e non può avere alcuna giustificazione", ha dichiarato il primate ortodosso. "Potrebbero compierlo - continua il messaggio - solo persone, i cui cuori sono pieni di male satanico e odio e in cui non c'è pace e amore". "Da secoli, in Caucaso vivono popoli che professano il cristianesimo e l'islam e che cercano di costruire le loro relazioni su una solida base di principi di convivenza e di rispetto per la cultura spirituale reciproca", ha aggiunto il Patriarca, auspicando che "quanto successo non scuota la pace interreligiosa nella regione" e che "coloro che hanno ispirato questo attacco terroristico ricevano la pena che meritano".