Il fronte del Camp Fire vicino a Big Bend in California (Ansa)
È salito a 71 il numero dei morti negli incendi che stanno devastando la California negli Stati Uniti. E sono addirittura mille le persone che mancano all'appello. Il maggior numero di vittime si conta nell'incendio ribattezzato Camp fire, nel nord dello Stato, altre persone sono morte a causa del Woolsey Fire, più a sud, nella contea di Los Angeles. Sono oltre 300mila gli sfollati. Nella regione della Sierra Nevada l'intera cittadina di Paradise è stata distrutta. «Possiamo fermare la devastazione, siate furbi», ha twittato nei giorni scorsi il presidente Donald Trump.
Tre maxi incendi, a nord il più devastante
È una tragica conta quotidiana, che sembra non finire. «Oggi i corpi di altre sei persone sono stati ritrovati», ha detto in conferenza stampa il 14 novembre lo sceriffo della contea di Butte, Kory Honea, riferendosi all'incendio che è stato ribattezzato Camp Fire, nel nord della California, ai piedi delle montagne della Sierra Nevada. Bilancio che raggiunge dunque quello del 1933, quando il cosiddetto Griffith Park Fire fece altrettanti morti ma nella contea di Los Angeles, secondo quanto riferisce l'agenzia dei pompieri della California, Cal Fire.
È proprio nella regione della Sierra Nevada, che regna ancora il caos. La cittadina di Paradise, 27 mila abitanti, è stata spazzata via dalle fiamme, cancellata dalla mappa, con un tributo altissimo di morti, almeno 14. In alcune zone è impossibile per i soccorsi intervenire e l'incendio appare ancora fuori controllo. Dopo giorni solo il 25% del rogo denominato Camp Fire è stato contenuto, mentre oltre 7 mila case sono andate distrutte.
Alimentato da venti violenti, il Camp Fire è divampato la settimana scorso e finora ha bruciato più di 40mila ettari. Le autorità stimano che ci vorranno in totale tre settimane per portare sotto controllo completamente le fiamme nella zona. La causa dell'incendio non è ancora stata individuata. Secondo il quotidiano Sacramento Bee, dei responsabili locali della rete elettrica hanno indicato alle autorità californiane che era avvenuto un guasto vicino al luogo in cui il rogo è cominciato.
Più a sud, tra la contea di Los Angeles e quella di Ventura, imperversano altri due fronti di fuoco, di dimensioni più piccole: l'Hill Fire e il Woolsey Fire, che da giovedì pomeriggio ha divorato oltre 30mila ettari, distrutto almeno 170 edifici e che domenica mattina era stato portato sotto controllo solo per il 10%. I pompieri che combattono il Woolsey Fire fanno sapere che «si preparano al ritorno dei venti pericolosi di Santa Ana che potrebbero alimentare le fiamme»: si tratta di venti caldi e secchi provenienti dall'interno.
La Los Angeles County ha emanato un ordine di evacuazione per 170 mila persone, mentre in totale, da nord a sud della California, gli sfollati sono oltre 300 mila.
Scene spettrali, boschi ridotti in cenere
Nelle aree più colpite la scena appare spettrale, con boschi e paesi ridotti a un cumulo di cenere, e le poche zone risparmiate dal fuoco avvolte in un clima surreale, con case e strutture abbandonate e strade completamente deserte. Penosa la ricerca dei corpi: la maggior parte dei cadaveri è stata ritrovata nelle case o nelle auto in cui le vittime cercavano di fuggire. La protezione civile ha dislocato diverse stazioni mobili per il rilevamento del Dna visto che in molti casi ad essere rinvenute sono solo ossa umane.
I forti venti, fino a oltre 110 chilometri orari, non aiutano a domare le fiamme e uno dei principali pericoli è il formarsi degli spettacolari quanto devastanti "fire tornado", i tornado infuocati che travolgono ogni cosa al loro passaggio incenerendola. C'è poi l'emergenza legata all'aria sempre più irrespirabile, anche nelle zone non colpite direttamente dagli incendi, con una coltre di nebbia arancione che si propaga per gran parte della California.
Trump attacca su Twitter le autorità californiane
Il presidente Donald Trump dall'Europa continua ad accusare via Twitter le autorità californiane di essere responsabili del disastro a causa di una cattiva gestione dei boschi: «Possiamo fermare la devastazione che colpisce troppo spesso la California. Usate il cervello!», scrive il tycoon che in precedenza aveva minacciato un taglio dei fondi federali. Pronta la replica delle autorità locali: «Il presidente si informi, a bruciare sono soprattutto i boschi di proprietà dello stato federale, non quelli statali».
Ira anche degli ambientalisti che puntano invece il dito sulla siccità provocata dai cambiamenti climatici, quelli in cui il tycoon non crede.