L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva - Ansa
La Corte Suprema del Brasile ha confermato la sentenza che annulla le condanne per corruzione dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, il quale potrà così candidarsi per un nuovo mandato presidenziale nel 2022, sfidando l'uscente Jair Bolsonaro, intenzionato a ricandidarsi.
Con 8 voti a favore e 3 contrari, gli 11 componenti della Corte hanno convalidato la decisione con cui l'8 marzo scorso il giudice Edson Fachin aveva annullato per motivi procedurali le condanne di Lula. Leader della sinistra popolare che ha guidato il Brasile attraverso un boom economico dal 2003 al 2010, Lula era stato incarcerato nel 2018 con l'accusa di aver preso tangenti da società che cercavano di ottenere contratti dal gigante petrolifero statale Petrobras. Lula ha sempre sostenuto di essere innocente e che le accuse nei suoi confronti erano frutto di un complotto per escluderlo dall'attività politica.
La Corte Suprema dovrebbe adesso pronunciarsi anche sull'appello dei pubblici ministeri contro una decisione che ha ritenuto che il giudice Sergio Moro fosse prevenuto nel condannare Lula. Il ricorso sarà esaminato giovedì prossimo.
L'ex presidente Lula ha dichiarato che si candiderà "se necessario" per sconfiggere Jair Bolsonaro. Lula ha definito Bolsonaro "un fascista" che si sarebbe macchiato di "genocidio per essere il principale responsabile del caos nella pandemia di coronavirus". In un'intervista alla televisione argentina C5N. Lula ha specificato che "non sarà necessariamente il candidato" del Partito dei Lavoratori (Pt): "Sono in buona salute. Ma non devo necessariamente essere io. Possiamo scegliere qualcuno che possa rappresentare i settori progressisti del Brasile".
Il presidente Bolsonaro ha commentato: "Se Lula tornerà, con voto diretto, con voto verificabile, tutto bene. Ma pensate a come sarà il futuro del Brasile con il tipo di persone che porterà alla presidenza". E ha aggiunto: "Se Lula viene eletto, nel marzo 2023, tre mesi dopo, eleggerà altri due magistrati alla Corte federale suprema. Penso che la conclusione spetti a tutti voi".